PSR, comunicazione avvicina cittadini al rurale

Oltre 17 miliardi di euro in sette anni, di cui quasi 9 provenienti da fondi europei.  A tanto ammonta la dote finanziaria dei Psr, i Programmi di sviluppo rurale regionali che puntano a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale, a valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale e a favorire l’innalzamento della qualità della vita. Ma quanto ne sa il cittadino?  Lo sforzo di comunicazione – spiega l’Ismea, che è partner attivo all’interno della Rete Rurale Nazionale –  è ragguardevole. E la conferma viene dalla rilevazione sul campo presentata a Milano in occasione dell’evento “Comunicare lo sviluppo rurale ai cittadini”, organizzato su iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Regione Lombardia e della Rete Rurale Europea (ENRD).

Indagine – Realizzata a cavallo tra il 2010 e il 2011, l’indagine ha evidenziato, per quanto attiene alla comunicazione dei soli programmi di sviluppo rurale italiani, oltre 10 mila passaggi televisivi, tra spot e campagne di comunicazione, e 15.230 uscite radiofoniche su 57 emittenti nazionali e locali.
Le televisioni coinvolte nell’ambito delle diverse iniziative di comunicazione dei Psr hanno superato la soglia delle 100 emittenti. Attraverso la carta stampata sono state invece raggiunte, complessivamente, 193 testate, rappresentate prevalentemente da quotidiani locali. Diverse le iniziative veicolate, soprattutto dalle regioni, anche attraverso magazine e periodici. Di rilievo inoltre il ruolo comunicativo svolto attraverso la cartellonistica, i materiali di diffusione cartacei, tipo brochure e cataloghi, i dvd, i convegni e seminari tematici e le azioni educative realizzate presso le scuole.

Comunicazione – Occorre comunicare al cittadino – spiega ancora l’Ismea –  l’importanza di continuare a garantire fondi pubblici all’agricoltura,  una condizione essenziale affinché nelle aree rurali sia assicurata la fornitura di servizi  che vanno a beneficio di tutti, dalla cura del territorio alla tutela del paesaggio, dalle nuove opportunità occupazionali per i giovani ad attività formative e di svago per le famiglie e i bambini, compresi agriturismi e fattorie didattiche. A livello regionale, al Piemonte va il primato per campagne di comunicazione realizzate attraverso la carta stampata. Per la tv la posizione di testa è appannaggio della Campania, mentre  le emittenti radiofoniche sono state presidiate prevalentemente dalla Rete Rurale Nazionale, che agisce come attore unico per tutte le regioni. Tra le singole realtà territoriali la radio è stata prevalentemente utilizzata da Veneto e Marche.

Social network – Forte l’attenzione anche ai canali cosiddetti new media, con il web che ha fatto la parte del leone. Da segnalare – prosegue l’Ismea – il ruolo di altri mezzi meno tradizionali ma in forte crescita, compresi blog e social network, anche dedicati e ritagliati sulle esigenze comunicative dei Psr. Un esempio di successo è YouRural net, la community della Rete Rurale Nazionale dedicata ai giovani agricoltori. Tra le altre iniziative, non convenzionali, il monitoraggio ha messo in luce l’importanza di strumenti innovativi di marketing utilizzati da alcune regioni, in particolare Marche e Calabria, attraverso campagne di comunicazione realizzate per esempio con materiali calpestabili sui camminamenti stradali o con grandi sagome bidimensionali di animali da allevamento disposte su terreni agricoli in prossimità di strade ad alta percorrenza veicolare.

Iniziative – Diverse anche le iniziative in campo cinematografico. L’evento di Milano ha inoltre coinciso con la prima proiezione del film-documentario della Rete Rurale sul Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale. Un viaggio attraverso le regioni italiane alla scoperta del ruolo sociale, economico e storico-culturale delle aree di campagna e delle eccellenze dell’agroalimentare made in Italy. Concetti come biodiversità, acqua, ecologia e impresa trovano in questo video una traduzione in termini simbolici, narrativi e documentali, testimoniando l’impatto, in termini di ricadute positive sul territorio, determinato dagli investimenti realizzati nell’ambito dello sviluppo rurale.

 

 

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