Latte e Parmigiano Reggiano, la qualità corre in internet

Anche nel settore lattiero-caseario lo sviluppo corre in rete, e non si tratta delle vendite online, ma di informazioni e dati  finalizzati al costante miglioramento della qualità del latte, alla cui raccolta concorrono 507 caseifici dell’Emilia-Romagna, 25 laboratori e più di 3.000 allevamenti, la stragrande maggioranza dei quali presenti nel sistema Parmigiano-Reggiano. I dati sono emersi stamane a Bologna nell’ambito del seminario dedicato ad AgriNet, struttura informativa basata, appunto, su Internet, sviluppata dal Centro Ricerche Produzioni Animaliper la Regione Emilia-Romagna ed il Consorzio del Parmigiano-Reggiano. Nato inizialmente con l’obiettivo di centralizzare e rendere disponibili a scopo statistico i dati sulla qualità del latte alla stalla generati dal diffondersi del pagamento a qualità del prodotto, il sistema – come è emerso dal seminario – si è radicalmente rinnovato negli ultimi tre anni, superando la funzione statistica per divenire strumento che, ad esempio, ha consentito di eliminare migliaia di comunicazioni cartacee tra produttori, pubblica amministrazione e Servizi veterinari, abbattendo sensibilmente i costi e, contemporaneamente, consentendo un costante monitoraggio delle nuove conquiste  sul piano qualitativo ed una maggiore efficacia delle azioni di consulenza tecnica, in tal senso sviluppate dalla Regione e dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano.
"Esprimo la mia soddisfazione per il sistema AgriNet, – ha sottolineato l’Assessore regionale Tiberio Rabboni – che è stato realizzato con il finanziamento regionale e che da strumento  statistico è oggi diventato un vero e proprio supporto gestionale che ci permette di dare risposte su più fronti, dai pagamenti per la qualità, alla tracciabilità e alla sicurezza alimentare". “AgriNet – ha osservato il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – è un esempio di integrazione pubblico-privato che ha generato un’infrastruttura estremamente ricca di informazioni, ha reso meno onerosi gli adempimenti della pubblica amministrazione e dei produttori, ma ha contemporaneamente consolidato il rapporto fiduciario e collaborativo tra produttori ed autorità di controllo, concorrendo poi – e questo per il nostro Consorzio è elemento decisivo – ad un innalzamento della qualità del latte destinato alla trasformazione che ha contribuito ulteriormente a ridurre la quota di formaggio che in fase di espertizzazione veniva ritenuto non idoneo a portare il marchio Parmigiano-Reggiano”.

 

Informazione pubblicitaria