Piemonte, per Sacchetto PAC attuale danneggia l’agricoltura

Fin dal primo momento in cui furono illustrate le proposte per la nuova Pac 2014-2020, era il 12 ottobre 2011, il giudizio sulla riforma elaborata dalla Commissione Ue è stato nettamente negativo.
A non convincere l’Assessorato Regionale all’Agricoltura  sono una molteplicità di aspetti, desta in primo luogo preoccupazione proprio l’impianto complessivo della Politica Agricola Comune così come pensata dal Commissario Ue Dacian Ciolos. L’azienda agricola non è oggetto di sostegno come auspicabile, è evidente l’aumento del carico amministrativo-burocratico, eccessiva importanza inoltre viene attribuita al “greening” a scapito di altre misure strategiche non prese sufficientemente in considerazione. La partita va giocata adesso recependo le proposte degli Stati membri, avviando un confronto determinato ma costruttivo, unico strumento attraverso il quale correggere una riforma che altrimenti pregiudicherebbe la crescita futura del comparto agricolo. Determinante sarà infine l’azione del Parlamento Europeo, il quale avrà un ruolo fondamentale nelle scelte che definiranno le sorti dell’agricoltura continentale.

Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto – “La riforma della Pac, così come impostata allo stato attuale, non rappresenta una politica a sostegno dell’agricoltura ma, al contrario, un potenziale ostacolo allo sviluppo. Molti gli ambiti non funzionali: innanzitutto i criteri di distribuzione dei fondi tra i diversi stati, basato sulla superficie, penalizza in modo evidente il nostro Paese; l’Italia infatti, pur ricoprendo un ruolo importante nel comparto agricolo europeo, ha una produzione di tipo intensivo, non estensivo. Inoltre, fin dal primo momento, è emerso l’eccessivo peso del “greening” nella struttura della riforma: tale impostazione preclude un automatico incremento di burocrazia, per di più rappresenta un impegno a carico dell’agricoltore per nulla proporzionato a quello che è l’impatto minimo del comparto rurale sull’ambiente. Infine sono venute meno tutte quelle intenzioni relative ad un alleggerimento della normativa e allo snellimento delle procedure, interventi necessari per garantire un rilancio dell’intero comparto. Dal futuro dell’agricoltura dipende buona parte della crescita europea e non solo, l’augurio è quello che attraverso una collaborazione tra gli Stati membri e un buon lavoro di confronto con le istituzioni europee si possa giungere ad una correzione vigorosa di quella che è la strada tracciata il 12 ottobre scorso”.

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