Crisi dell’ippica, serve maggiore potere agli allevatori

Riorganizzare in modo innovativo il sistema ippico italiano, rilanciando la centralità dell’allevamento nazionale: queste le priorità per affrontare la crisi di un settore che attualmente vive una fase di estrema difficoltà. La diminuzione costante di natalità dei cavalli, sia nel trotto che nel galoppo, è un indice chiaro della situazione, che rischia di vanificare gli enormi sforzi fatti negli anni dai nostri imprenditori, che hanno permesso all’allevamento equino italiano di competere da protagonista nella scena europea e mondiale. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

 

I dati – Le cifre del comparto parlano chiaro: per quanto riguarda il trotto, si è passati dai 4.500 nati del 2008 ai 2.800 del 2011, con un crollo del 37 per cento in soli tre anni. E i dati del 2012 confermano quest’andamento, con un’ulteriore diminuzione del numero di capi (2.500). Nel galoppo la situazione è ancora più critica: nel 2012 sono nati poco più di 500 puledri contro i 1.000-1.200 degli anni passati.

Il settore -spiega la Cia- versa in un clima di sfiducia e di incertezza tale da impedire agli operatori di guardare al futuro con una certa positività. In questo senso, è urgente una risistemazione strategica del comparto, orientata alle finalità e agli obiettivi della nascente Unione ippica italiana.

 

La proposta Cia – Nel contesto dell’attuale discussione, sia in Governo che in Parlamento, della normativa per far fronte alla crisi del comparto, la Cia sottolinea la necessità di dare agli allevatori il giusto peso all’interno del sistema ippico italiano. Sia in termini di rappresentanza che di finanziamenti. In primo luogo, infatti, -spiega la Cia- è fondamentale che gli allevatori siano adeguatamente rappresentati nella costituenda Unione ippica italiana. Fino ad oggi, invece, si è assistito a uno squilibrio evidente, che ha visto una scarsa presenza della categoria negli organi di rappresentanza. Lo stesso inspiegabile dislivello si è verificato finora dal punto di vista dei finanziamenti, che è necessario orientare più massicciamente verso il segmento dell’allevamento, di fondamentale importanza nell’intero settore. Condividiamo inoltre, -conclude la Cia- la proposta di riaffidare al Mipaaf i libri genealogici del cavallo trottatore e del purosangue inglese, purché la gestione sia affidata alle associazioni di razza dei due comparti.

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