Acquacoltura, comparto da 2,2 mld di euro ma deve fare i conti con la burocrazia

L’acquacoltura è  tra le attività più vitali del settore primario. Solo dagli allevamenti ittici, infatti, può arrivare il pesce di cui c’è bisogno e la crescita a livello mondiale di questo comparto lo conferma. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione dell’inaugurazione, a Milano, di AquaMed 2013, l’evento italiano dell’industria dell’acquacoltura sostenibile. 

Futuro – “Il 2013 è un anno cruciale per i pesci d’allevamento italiani. Aumentano i consumi e la metà riguarda proprio il prodotto allevato. La qualità del nostro prodotto è riconosciuta, ma nonostante questo la nostra dipendenza dall’estero è ancora troppo forte e importiamo sempre di più dai Paesi Terzi. I nuovi strumenti comunitari in corso di definizione a Bruxelles e la capacità di utilizzarli saranno fondamentali per lo sviluppo nazionale di questo comparto, che ha un’importanza strategica anche nella gestione sostenibile della risorse” – ha detto Pier Antonio Salvador, presidente dell’Associazione Piscicoltori Italiani (API) di Confagricoltura, intervenendo ad AquaMed.

Burocrazia – “Non è pensabile – denuncia il presidente dell’API di Confagricoltura – che una mastodontica e inutile burocrazia continui ad impedire, come è successo in questi anni, la crescita del settore, costringendo l’Italia addirittura a restituire i finanziamenti europei che non è stata in grado di utilizzare. Gli allevamenti italiani hanno un sistema di tracciabilità e controlli che, oltre alla qualità del prodotto, permettono di garantire tutto il ciclo produttivo. Il pesce è una delle fonti di proteine ad uso alimentare umano più ecocompatibili e sostenibile anche a livello sociale, economico e culturale”.  L’Associazione di Confagricoltura rappresenta oltre il 90% della produzione ittica dell’acquacoltura italiana, circa 73.000 tonnellate nel 2011 compresa la vallicoltura, con una PLV di oltre 355 milioni di euro.

Il mercato italiano del pesce d’allevamento – Gli acquisti del mercato ittico (fresco più decongelato), registrati tra dicembre 2011 e novembre 2012, sono pari ad un volume di 215.100 tonnellate per un valore al consumo di 2,2 miliardi di euro. Il mercato del pesce di acqua dolce, che pesa in termini di volume il 15,7% sul totale mercato ittico (fresco più decongelato),  è cresciuto su base annua. Nel periodo novembre/dicembre 2012 si registrano, in particolare, performance positive per la trota salmonata e quella bianca, trainate dai filetti (+23%) e dal prodotto pronto per la cottura.

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