PILLOLE DI VITA VINOSA – Una terrazza sulla lacrima

La conoscete la Lacrima Di Morro d’Alba, ma soprattutto siete mai stati a Morro d’Alba? Navighiamo tra le colline marchigiane, che come onde marine lasciano intravedere solo qualche piccolo centro abitato, come barche che compaiono e scompaiono tra i flutti. Cosi’ tra le curve appare Morro d’Alba, borgo di pace, verde e tranquillita’ che si e ci illumina di una luce marina. Il riverbero del mare a due passi da noi, rende diafano il paesaggio. Arriviamo alla nave del capitano, Cantina Quota 33, timonata da Gianluca Bartolucci, quando si dice essere accolti a braccia aperte. L’ospitalita’ di Gianluca e Mario, amico trentennale e collaboratore, e’ disarmante, fatta di una semplicita’ ereditata dai genitori contadini. Si parlava di grano allora e Gianluca, coraggioso, pianto’ la vigna nel 2005, “il grano non ha nome” dice mentre il vino si. A stento contiene il suo entusiasmo, la voglia di mettere la firma sulle sue creazioni enologiche, e cosi’ letteralmente ha fatto. La voglia di ridare spolvero e dignita’ ad un autoctono marchigiano un po’ bistrattato, la Lacrima di Morro d’Alba. Solo pochi ettari si aprono alla vista dalla terrazza della sala degustazione, elegante ed informale al tempo stesso. Pochi ettari di lacrima ma trattati con i guanti, sotto la guida giovane ma puntuale dell’enologo Davide Pera. Ci e’ riuscito Gianluca, un bel 10 e lode al suo Decumano Lacrima di Morro d’Alba in purezza, assoluta nella sua nettezza fruttata e scura, alla spezia, pepe nero, che da mordente al naso, la beva e’ di quelle che arrivano al fondo della bottiglia. Se di autoctono e’ portavoce, non poteva mancare il Verdicchio in tre versioni ascendenti, rispettivamente Verdicchio Gianluca Bartolucci, Mezzavalle e Superum, tre qp (qualita’ prezzo) fuoriclasse da bere senza pensare troppo, come suggerisce Gianluca. Un omaggio al padre Corrado, il suo Super Marche “Corrado” , blend di Lacrima e syrah, e quando ne parla un velo di nostalgia scende sul suo implacabile sorriso, ma poi passa e resta il ricordo rinfrancato dal vino.

Alessandra Ruggi

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