Alberi di Natale, per Confagricoltura bene le vendite nonostante la crisi

"Nonostante la crisi, non siamo preoccupati sul fronte delle vendite degli alberi di Natale. Il mercato e’ relativamente stabile. I prodotti legati alle festività tengono meglio". Lo ha detto Francesco Mati, presidente della Federazione dei florovivaisti di Confagricoltura.

Novità 2013 – "Quest’anno ci sono tante novita’, alcuni vivai noleggiano piante di abeti ornamentali, piu’ eleganti rispetto al classico abete natalizio (abies alba o picea eccelsa) tipo l’abies nordmanniana, l’abies cephalonica, l’abies pinsapo glauca dal fogliame argentato". Secondo i dati della Forestale, "gli abeti entreranno in sei milioni di case, ma bisogna fare attenzione allo smaltimento. E la concorrenza con gli alberi sintetici, anche di quelli colorati, non spaventa i produttori". Il mercato degli alberi di Natale, ricorda Confagricoltura, "e’ grande e libero e c’e’ spazio per tutti". "Molti comprano l’abete sintetico perche’ non vogliono sottrarre piante al territorio, anche se oggi, con i cartellini che ne certificano la provenienza, questo rischio non lo si corre", avverte. "Il piacere di sentire il profumo di resina degli abeti -continua Mati- fa tanto Natale e continua ad attrarre i consumatori. Va comunque messo in evidenza che gli alberi di Natale provengono da coltivazioni specifiche, monitorate dal Corpo forestale dello Stato e dotate di un apposito cartellino che ne garantisce la provenienza. Gli abeti ornamentali provengono, invece, da vivai di coltivazione classici e il loro costo e’ superiore perche’ si tratta di specie a crescita piu’ lenta rispetto all’abete classico". Gli abeti di origine italiana, secondo Confagricoltura, provengono per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioe’ da piantagioni di alberi create per questo scopo, che occupano stagionalmente oltre mille aziende agricole in Italia. Confagricoltura ricorda che "l’abete di Natale classico e’ una pianta estremamente rustica e pioniera, in grado cioe’ di vivere in condizioni estreme". "Basta pensare alle montagne su cui cresce: roccia, poca terra, gelo e neve. Finite le feste, si puo’ piantare l’albero in giardino o portarlo ai centri di raccolta che provvederanno ad utilizzare questi esemplari per i rimboschimenti in montagna", conclude.

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