Agriturismo, la vacanza più amata dagli stranieri vale 1 mld di fatturato

Un settore in salute che non conosce crisi, soprattutto grazie agli arrivi dall’estero. E’ la buona notizia che arriva da AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e della agricoltura multifunzionale inaugurato questa mattina ad Arezzo Fiere e Congressi, nella sua quattordicesima edizione. Numeri confortanti che confermano ormai il trend di crescita di un settore, quello dell’agriturismo, che ha raggiunto ormai quota 21 mila imprese in tutta Italia e che produce un fatturato diretto di oltre un miliardo di euro, senza contare l’indotto. “AgrieTour è il termometro del comparto che ormai da quattordici anni ha scelto di riunirsi in questa struttura per fare il punto della situazione – spiega il presidente di Arezzo Fiere, Andrea Boldi – e anche quest’anno la presenza del Mipaaf conferma tutto l’interesse a rendere questa manifestazione l’unico momento per far crescere l’agriturismo”.

Cresce il settore, +2,1% (dati dall’ultimo rapporto Istat). Nonostante crisi e recessione, l’agriturismo Italia continua a crescere. Nel 2014 il numero delle aziende ha raggiunto quota 20.897, 423 in più rispetto al 2013. Di queste 7.628 offrono contemporaneamente alloggio e ristorazione, mentre 10.184 sono quelle che uniscono all’alloggio le altre attività agrituristiche. Le aziende agrituristiche aumentano soprattutto al Nord, +6,1% e meno al Centro, +1,1% mentre sono in calo al Sud, -2,1%. La Toscana con 4.108 strutture e l’Alto Adige con 3.098, si confermano le regioni nelle quali l’agriturismo è maggiormente e storicamente radicato. Sempre dai dati Istat emerge che il 42,1% degli agriturismi con alloggio, il 46,9% di quelli con ristorazione e il 43,8% di quelli con degustazione è localizzato al Nord mentre il 41,9% delle aziende con altre attività è situato al Centro. Il quadro dipinto dall’istituto di statistica ha lievi tinte rosa, ma il dato è in crescita, dal momento che soltanto poco più di una azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile. L’agriturismo si conferma una realtà tipicamente italiana diversa dal turismo rurale degli altri Paesi europei. Negli ultimi dieci anni il comparto è cresciuto del 60,5%, da 13.019 a 20.897; quelle che offrono alloggio del 58,8%, da 10.767 a 17.102; mentre gli agriristori da 6.193 a 10.514, +69,8%. Crescono i posti letto, +94mila, quelli a sedere, +158mila, e crescono anche quelle che fanno altre attività, dalla degustazione alla fattoria didattica allo sport.

L’identikit dell’agriturista. E’ stato presentato ad AgrieTour il tradizionale identikit dell’agriturista a cura del portale agriturismo.it. Tedesco, con una età attorno a 60 anni, che adora la Toscana. È questo l’identikit dell’agriturista tracciato da una indagine del portale Agriturismo.it “Il profilo del turista rurale 2015Le preferenze e le attese di chi sceglie l’agriturismo” presentata ad Agrietour in corso fino a domenica a Arezzo Fiere. Su un esercito totale di 5,4milioni di agrituristi, 3,5milioni hanno soggiornato negli ultimi 12 mesi e 4,8 milioni vorrebbero soggiornare nei prossimi 12 mesi. L’86% di chi ha vissuto l’esperienza in campagna la vuole ripetere, mentre chi non ci è mai stato, 40%, lo ha fatto perché non conosce l’offerta o perché non ci ha pensato. Percentuale che sale al 65% tra gli under 30. Invasione dall’Europa del Nord. Il grosso degli ospiti arriva per l’87% dall’Europa, l’8% dalle Americhe e il 5% è diviso tra Asia, Oceania e Africa. In Europa la parte del leone viene fatta dalla Germania, 35% dei turisti, seguita da Belgio e Olanda, 12%, e Regno Unito e Svizzera rispettivamente 8%, 6% Austria, 5% Francia. Toscana, la meta dei sogni. Tra le regioni preferite da italiani e inglesi prevale la Toscana, 54%, seguita da Umbria 34%, Marche e Sicilia. Per i tedeschi, in cime alla preferenze c’è ancora la Toscana, 35%, con la secondo posto Veneto, 20% e terza Friuli 14%. Non tutto è roseo. Le maggiori lamentele riguardano la banalità dei menù e dell’azienda, per il 40% dei tedeschi, 31% degli italiani e 24% degli inglesi. Segue l’accoglienza, scarsa per il 36% dei tedeschi, il rumore, ancora in tedeschi i primi a lamentarsi, 39%, mancanza di chiarezza e sporcizia. Ma quali crisi, i tedeschi vengono sempre in vacanza. Gli stranieri non sentono crisi, l’81% degli inglesi e il 78% dei tedeschi, ha infatti scelto l’agriturismo senza farsi influenzare dalla situazione economica, aspetto che invece ha toccato di più gli italiani, 39%. In campagna, buen retiro anche se per pochi giorni. Ha più di 60 anni l’agriturista medio inglese, 57%, mentre la fascia più consistente degli italiani va tra i 50 i 59 anni, 35% così come i tedeschi, 33%. Scarsa la presenza sotto i 30 anni, attorno all’1% tranne che per gli italiani, 3%. Esperienza da condividere e commentare con il mondo. Interessante anche il dato sull’approccio digitale e social dell’agriturista. Il 45% ha condiviso la propria esperienza su un social network, il 38% ha anche formulato una recensione. E se acquistare prodotti tipici piace farlo durante la vacanza, una volta a casa soltanto il 4% fa acquisti online.

Il portale nazionale dell’agriturismo. Addio a spighe, margherite, quadrifogli e fiori, arriva la classificazione unica per tutti gli agriturismi così come avviene per gli alberghi. A trent’anni dalla nascita dell’idea che coniuga offerta turistica e agricoltura, il "sole" sarà il simbolo che da Nord a Sud valuterà gli agriturismi italiani. A raccogliere sotto il nuovo metodo le ormai oltre 20 mila strutture della Penisola è dal primo gennaio 2015, il portale del Ministero delle Politiche Agricole. Il sito www.agriturismoitalia.gov.it "agriturismo italia – vivi la terra delle emozioni", è stato presentato, insieme a un filmato che racconta l’agriturismo italiano, durante la prima giornata di AgrieTour. «Il metodo è stato elaborato tenendo conto delle attuali tendenze della domanda del mercato agrituristico in ambito nazionale ed estero», commenta Carlo Hausmann, del gruppo di lavoro Mipaaf-Ismea. «La metodologia è costituita da una griglia di valutazione di parametri omogenei delle aziende agrituristiche, che tengono conto del livello di comfort della struttura ricettiva, della qualità del contesto ambientale, delle caratteristiche dell’azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori. Vuole garantire una identità ed un valore ufficiale all’agriturismo nazionale e deve essere considerata come uno strumento in continuo aggiornamento».

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