Olio d’oliva: l’accordo dell’Ue sul prodotto tunisino è uno schiaffo agli agricoltori italiani

 Il via libera dell’Unione Europea all’importazione agevolata di 70 mila tonnellate di olio d’oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni, desta preoccupazione per il futuro di un settore già in forte difficoltà. Così il coordinamento Agrinsieme commenta l’approvazione della Relazione della commissione INTA del Parlamento Europeo che autorizza un accesso temporaneo supplementare di olio d’oliva tunisino nel mercato Ue.

“Pur condividendo l’obiettivo di solidarietà dell’Europa nei confronti di Paesi terzi in difficoltà socio-economiche tramite azioni commerciali di privilegio, non va dimenticato che non si possono sempre penalizzare l’agricoltura – evidenzia Agrinsieme – e, in particolare, le produzioni mediterranee. Tra l’altro, la continua apertura delle frontiere della Ue e le concessioni non stanno riguardando solamente l’olio di oliva.”

Agrinsieme si rammarica del fatto che non è stato approvato nemmeno l’emendamento della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo dell’11 gennaio scorso, che tentava di attenuare l’impatto negativo delle concessioni dalla Tunisia per il comparto oleicolo. È opportuno, che decisioni così strategiche siano adottate solo in seguito a valutazioni oggettive dell’impatto economico che generano sugli operatori europei.

L’ultima speranza per introdurre modifiche è riposta nel voto dell’Aula di Strasburgo, che dovrà adottare il testo definitivo entro la fine dell’inverno. “Se si continuano a considerare come “merce di scambio” i prodotti dell’agricoltura europea e mediterranea – conclude Agrinsieme – si rischiano di vanificare anche la nuove opportunità derivanti dai processi di liberalizzazione commerciale che l’Europa sta portando avanti nell’ultimo periodo”.

COMMENTI ZACCAGNINI (SI-SEL) OLIO: MARTINA TRASFORMA ITALIA IN PAESE TRASFORMATORE – "Incrementare la quota di olio tunisino a dazio zero nell’area Ue è un altro passo verso lo smantellamento delle principali produzioni italiane e verso la trasformazione dell’Italia in un paese meramente trasformatore. Il ministro Martina sta perseguendo questa strada sul piano nazionale e lo testimonia il fatto che voglia ammorbidire le sanzioni per la contraffazione dell’olio. Chiediamo quindi di mantenere le attuali sanzioni per la contraffazione dell’olio di oliva extravergine e di riflettere su cosa produrrà il TTIP per il nostro tessuto produttivo. Delle centinaia di indicazioni tipiche col Ttip ne rimaranno forse 3 o 4 e questa tendenza di disfacimento delle produzioni agricole a vantaggio solo della trasformazione è chiarita anche dal fatto che il ministro Martina voglia modificare il nome del MIPAAF in ministero Agroalimentare, che correttamente potremmo tradurre in ministero dell’Agroindustria. Chiediamo che il ministro Martina venga a discutere col Parlamentto di questa sua balzana idea".

Pastorelli (Psi), da Ue ulteriore stangata a nostri agricoltori – “Importare a dazio zero altre 35 mila tonnellate di olio tunisino in Europa rappresenta un ulteriore stangata nei confronti dei nostri produttori agricoli già alle prese con le emergenze causate da batteri e calamità naturali. La decisione di ieri del Parlamento europeo, infatti, spalanca le porte alla contraffazione e rischia di mettere in ginocchio l’intero settore olivicolo italiano”. Lo afferma in una nota Oreste Pastorelli, deputato del Psi e componente della commissione Ambiente della Camera. “E’ comprensibile – prosegue il parlamentare socialista – che l’Unione Europea voglia mettere in campo iniziative di solidarietà in favore della Tunisia, paese alle prese con una grave crisi economica dopo gli attacchi terroristici. A pagare, però, non possono essere gli agricoltori italiani”.

 

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