Contrasto alla pesca illegale. Ma sanzioni troppo severe danneggiano pescatori italiani

«L’inasprimento delle sanzioni per la pesca professionale, è un disincentivo importante alla voglia di fare impresa di pesca oggi in Italia. Le sanzioni odierne sono però il risultato di norme europee che per combattere la pesca illegale hanno ceduto a Bruxelles troppa sovranità. Occorre, perciò, rivedere il regolamento europeo sui controlli, che ha generato un effetto domino, dando vita a una serie di provvedimenti estremante limitativi alla libertà di impresa, peraltro entrando a gamba tesa sulla legislazione nazionale. Come è stato per il piano di azione adottato dalla Commissione Ue nel 2013; un documento con il quale si chiedeva o, per meglio dire, imponeva al nostro paese di inasprire le sanzioni e tutto il sistema di norme per gestire la pesca, considerato da Bruxelles, carente. E’ arrivato il momento di aggiustare il tiro e rivedere profondamente le regole per il contrasto alla pesca illegale. Non è mettendo alla berlina gli imprenditori, che si tutela il mare e le sue risorse. Chiediamo un maggiore equilibrio tra infrazioni e pena». Così l’Alleanza delle Cooperative pesca al termine dell’audizione in Commissione Agricoltura del Senato sul tema dei controlli nel settore.

pesca-reti-3-info_2.jpgLicenza a punti L’Alleanza sottolinea come l’introduzione della licenza a punti, istituita con il regolamento europeo sui controlli 1224/2009, e prima di questo il regolamento 1005 del 2008 sulla pesca IUU (illegale, non dichiarata e non regolamentata), assieme a tutto il resto delle misure ideate dai vari Stati membri, abbiano portato a numerosi cambiamenti, molti dei quali insostenibili per il settore italiano. La legge 154 del 2016 è solo l’ultima in ordine di tempo e ha contribuito ad infliggere un ulteriore pesante giro di vite in materia di sanzioni.

Burocrazia e criticità «Si è creata così – afferma l’Alleanza- una gabbia che rischia di soffocare le imprese, già schiacciate dal peso dell’eccessiva burocrazia e dalle tante criticità del comparto. Siamo pronti a dare il nostro contributo per ridisegnare la normativa in materia, perché il rilancio della filiera ittica italiana passa anche dal fissare regole più eque. Chiediamo al Parlamento italiano – conclude l’Alleanza-, sostegno per raggiungere questo obiettivo, oltre ad uno sforzo comune delle Istituzioni del nostro Paese per rafforzare il ruolo dell’Italia nel condominio europeo».

 

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