Delimitazione Xylella fastidiosa. L’Anve attacca le nuove disposizioni: “Saranno un grave danno”

L’Anve attacca la nuova delimitazione della Xylella fastidiosa. «È stato inferto un duro colpo al vivaismo della Puglia e di riflesso a tutti i vivaisti ornamentali, frutticoli e orticoli italiani – dicono dall’associazione vivaistici – Tutti saranno colpiti dalla decisione della Regione Puglia di accettare in pieno quanto determinato dalla Commissione Europea per delimitare la nuova zona demarcata di Xylella fastidiosa. Eppure le cose potevano andare diversamente».
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La vicenda La Commissione Europea, in via precauzionale, il 27 giugno 2018 pubblica la decisione di esecuzione 2018/927 che obbliga ad uno spostamento di 20 chilometri a nord della zona infetta. Da quel momento, la Regione Puglia ha l’obbligo di determinare le nuove zone di contenimento e cuscinetto. Per questo, si organizzano incontri e si inviano lettere e comunicati da ogni parte del mondo vivaistico indirizzati al Ministero delle Politiche Agricole e alla stessa Regione per riflettere sulle migliori modalità da attuare per rispettare la legge senza danneggiare per sempre le aziende del luogo. In tale contesto, Anve, tra le varie attività e iniziative volte a sensibilizzare l’Autorità di gestione su tali aspetti socio-economici, ha altresì inviato una nota sia all’osservatorio fitosanitario pugliese sia al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con i seguenti contenuti: prevedere una delimitazione puntiforme per salvaguardare i poli vivaistici locati in un’area già per definizione indenne, agire per un cambio nelle scelte strategiche che privilegi l’eliminazione del materiale infetto e di quello potenzialmente portatore della malattia e limiti le misure di contenimento adottate fino ad ora alle aree per le quali è nota l’impossibilità di eradicazione del batterio, riportare l’attenzione su una strategia di eradicazione in quelle aree che attualmente sono indenni e nelle quali il monitoraggio consente di avere dati confortanti in tal senso, considerare che non sono mai state rilevate piante infette in aziende vivaistiche ma solamente in appezzamenti olivicoli proprio a dimostrazione della sanità del materiale vivaistico e della professionalità degli operatori.
«Era dunque dovere tecnico e morale dell’amministrazione regionale portare tali aspetti nelle sedi comunitarie e aprire un tavolo di confronto per dei risultati accettabili – continua l’associazione – Questo non è stato fatto. Oramai è tardi e le aziende saranno costrette a chiudere o delocalizzare: un clamoroso fallimento politico nazionale. Oggi dobbiamo agire perché la zona cuscinetto non venga mai più innalzata e altre imprese pugliesi e italiane non vengano colpite».

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