Riso. Proposta commissione Ue è grande risultato. Primo passo per tutela reditto produttori

«Un risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro». Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta le conclusioni dell’inchiesta della Commissione europea sulle importazioni dai PMA (Cambogia e Myanmar) in base alle quali proporrà al voto dei 28 Paesi l’applicazione della clausola di salvaguardia a tutela della filiera risicola europea.

La Commissione ha dovuto prendere atto dell’esistenza di un danno reale provocato al riso europeo dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar ed è disponibile dunque a revocare dal 2019, per tre anni, le esenzioni dai dazi per questi Paesi, proponendo di applicare una tariffa doganale pari a 175 €/ton per il primo anno ed in misura ridotta per il secondo e terzo anno.

Confagricoltura, che ha avuto un ruolo fondamentale nella battaglia sindacale, sostenendola in ogni fase, in collaborazione con l’Ente Risi – a partire dai due Forum europeo dei risicoltori di Milano e Bruxelles e nei rapporti con le Amministrazioni coinvolte – richiama l’attenzione sul livello effettivo delle tariffe doganali che si intenderà ripristinare. «Ci sono infatti tutte le condizioni – sostiene l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – perché le tariffe doganali rimangano inalterate per i prossimi tre anni».

Confagricoltura ricorda che l’Italia è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea e da alcuni anni sta subendo le conseguenze di un massiccio aumento delle importazioni, in particolare quelle provenienti dall’area asiatica con specifico riferimento a Myanmar e Cambogia.

Tale situazione è determinata in gran parte dalle concessioni unilaterali della UE ai Paesi Meno Avanzati (PMA) effettuate in base alle norme EBA, poiché in questo caso, di fatto, si concretizzano con l’esenzione totale dei dazi doganali nell’export verso l’Europa.

Nei mesi scorsi risultava che circa il 70% del riso importato nella UE non paga tariffe doganali e l’aumento delle esportazioni verso la UE in pochi anni ha portato il Myanmar ad occupare la seconda posizione in termini di quantità come fornitore di riso dell’Europa dopo l’India, superando, quindi, la Cambogia che occupa il quarto posto dopo la Tailandia.

La Birmania, inoltre, è il quinto fornitore di riso europeo per valore, preceduta da India, Tailandia, Cambogia e Pakistan e risulta, peraltro, avere un notevole ulteriore potenziale di esportazione. «Naturalmente – conclude Confagricoltura – questo aumento di offerta ha condizionato in termini negativi anche i prezzi del riso nel mercato italiano».

Cia: ok proposta Ue. Avanti su ripristino dazi per arginare import Le conclusioni dell’indagine della Commissione Ue rappresentano un risultato molto importante per la risicoltura italiana, riconoscendo finalmente gli enormi danni economici causati al settore dalle importazioni agevolate da Cambogia e Birmania. Ora, però, è necessario che l’orientamento della Commissione Ue sul ripristino dei dazi ai due Paesi asiatici venga suffragato dai fatti, trovando conferma nel voto dei 28 Stati membri. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, che si è battuta sempre per l’applicazione della clausola di salvaguardia.

Finora il flusso enorme di riso a dazio zero, prima di tutto dalla Cambogia, entrando in Europa a prezzi troppo bassi, ha portato a una sorta di concorrenza sleale che ha strozzato i nostri agricoltori -spiega Cia-. L’Italia resta il primo Paese produttore di riso comunitario, con circa 230.000 ettari seminati e una produzione stabilmente superiore al milione e mezzo di tonnellate. Ma l’aumento ininterrotto dal 2009 dell’import “selvaggio” di riso dai Paesi asiatici, con costi di produzione e standard di sicurezza non paragonabili a quelli Ue, ha creato grosse difficoltà al comparto. Con cali delle superfici coltivate e conseguenze non solo a livello reddituale e occupazionale, ma anche ambientale, vista la costante opera di difesa idrogeologica che i risicoltori portano avanti. Adesso, quindi, bisogna lavorare per costituire una maggioranza favorevole in vista del voto dei Ventotto -conclude Cia- e riportare così condizioni di maggiore equilibrio nel mercato risicolo.

Copagri. Riso, decisione Comissione UE è un primo passo per tutela reddito produttori «Accogliamo con favore la decisione della Commissione Europea di proporre, in seguito alla conclusione dell’inchiesta sulle importazioni di riso ‘indica’ da Cambogia e Myanmar, l’applicazione della clausola di salvaguardia a tutela dei risicoltori nazionali». Così il presidente della Copagri Franco Verrascina a proposito della reintroduzione di dazi, attualmente pari allo zero, sulle importazioni dalla Cambogia e Myanmar per i prossimi tre anni. «La proposta dell’esecutivo comunitario sarà ora valutata in sede di Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate, dove necessiterà di una maggioranza qualificata per potere essere approvata; confidiamo pertanto nel lavoro di diplomazia del Governo, in modo da dare seguito a questo primo parziale successo e tutelare il reddito dei produttori agricoli, i quali, come ha stabilito la stessa Commissione UE, sono risultati economicamente danneggiati dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania», aggiunge Verrascina.

«Ricordiamo, infatti, che nell’Unione Europea le esportazioni di riso sono crollate, ad agosto 2018 su base annua, del 37,6% in valore, mentre le importazioni, sempre nello stesso periodo, sono aumentate del 14,4%, portando la bilancia commerciale a una percentuale negativa pari al 24,5%; un andamento molto simile si è verificato in Italia, paese che è il primo produttore comunitario di riso, dove nel 2018 l’export è calato di quasi 8000 tonnellate, mentre l’import è aumentato di circa 3000 tonnellate», evidenzia la Copagri.

«Il nostro Paese, infatti, a causa delle concessioni unilaterali dell’Unione Europea, sta pagando in termini di prezzo e di redditi agricoli, senza contare le ripercussioni occupazionali, fitosanitarie e ambientali, gli aiuti decisi nei confronti dei paesi del Sud-est asiatico nell’ambito del regime EBA (everything but arms)», conclude la Copagri.

 

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