Fatturazione elettronica per le aziende agricole, ecco le novità. Fra tempo perso e oneri per le imprese

Tra qualche mese non sarà più possibile produrre una fattura d’acquisto o di vendita con un qualsiasi programma digitale, stamparla e portarla all’associazione per la registrazione. Occorrerà produrre l’ormai nota fattura elettronica, introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 e definita nel Collegato alla Legge di Bilancio 2019. L’obbligo di fatturazione digitale tra privati – nei rapporti commerciali tra professionisti e Pubblica Amministrazione era già in vigore – prevede l’utilizzo di uno specifico sistema informatico e di in un particolare formato (xml) che consente di inviarla attraverso il Sistema Interscambio dell’Agenzia delle Entrate (SDI), che si occupa di notificarla a clienti o fornitori.

Un sistema complesso che, secondo Cia – Agricoltori Italiani Ferrara (che ne aveva già parlato nei mesi scorsi), servirà unicamente a complicare la vita e il lavoro delle aziende agricole.

«La fatturazione elettronica – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale – finirà per diventare un ulteriore onere amministrativo per le aziende agricole. Perché è naturale che l’agricoltore – così come l’artigiano o chi lavora “sul campo” ogni giorno, non ha tempo di mettersi davanti al pc o usare un’app per la fatturazione. Peraltro chi conduce un’azienda agricola ha solitamente un’età elevata, quindi verrà a crearsi un profondo digital divide, con persone che non hanno accesso a tecnologia e banda larga – ci sono alcune zone del ferrarese dove si fatica a prendere qualsiasi segnale digitale – o le competenze per utilizzarla. Quindi l’agricoltore dovrà pagare il tempo e la conoscenza degli altri.

Come associazione che offre dei servizi e come rappresentanti sindacali dei lavoratori agricoli – continua Calderoni – non abbiamo interesse a “lucrare” su questa modalità di fatturazione e pensiamo che non sia la strada giusta per combattere gli evasori fiscali. Vorremmo, invece, che l’evasione venisse combattuta lavorando sul recupero dei grandi capitali, senza colpire in maniera “preventiva” tutti coloro che hanno una partita Iva, magari piccole imprese o liberi professionisti che già faticano a fare reddito.

Peraltro evitare di pagare le tasse nel settore agricolo è molto difficile, perché dall’acquisto dei mezzi tecnici e agrofarmaci al conferimento di prodotti, tutto è rigorosamente tracciato. Ovviamente sarebbe complesso esonerare le aziende agricole dal nuovo sistema, ma si potrebbe pensare a forme diverse di fatturazione – conclude Calderoni – almeno per le aziende più piccole, perché è un aggravio che non serve allo sviluppo di un settore che mostra, ormai da diverso tempo, forti momenti di crisi. Se, come pensiamo, il Governo andrà avanti e non ci saranno ulteriori proroghe – speriamo almeno che le risorse recuperate dall’evasione fiscale vengano reinvestite proprio per la ripresa dell’agricoltura, magari incentivando il ricambio generazionale»

 

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