Vino, decade l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine dell’uva, anzi no

Un semplice errore di traduzione o un’immediata marcia indietro dopo le barricate che i produttori di vino hanno alzato contro la minaccia di modifica del Regolamento 607/2009 proposta dalla Commissione europea in attesa dell’adozione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.
Oggetto del contendere la decadenza per i vini generici dell’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine dell’uva. La normativa sull’etichettatura in Italia è particolarmente restrittiva ma a livello comunitario esiste una deroga per gli spumanti generici – non a denominazione Doc e Igt che consente di indicare come Paese di origine non quello di produzione dell’uva, ma quello in cui il vino è stato spumantizzato. La modifica del regolamento avrebbe esteso anche ai vini varietali, ossia quelli ottenuti con varietà internazionali coltivate in Italia come Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon o Syrah – per i quali si potrà indicare in etichetta il Paese di vinificazione, ma non quello da cui provengono le uve. Il rischio, quello di poter spacciare per italiano il vino prodotto con uve estere, utilizzando simboli che richiamano il Made in Italy, pur senza alcun legame con i vigneti di casa nostra.

Una decisione che aveva provocato la reazione sdegnata di produttori e di associazioni di categoria fino ad oggi quando si è appreso che si sarebbe trattato di un semplice errore di traduzione. «Una buona notizia per tutti i produttori di vino – fa sapere Tiziana Beghin europarlamentare del M5S – C’è stato un semplice errore di traduzione nelle nuove regole europee sull’etichettatura che, a una prima lettura, sembravano permettere l’etichettatura come vino italiano anche sui prodotti realizzati con l’uva straniera. Per fortuna non è così. La rassicurazione ci è arrivata direttamente da fonti della Commissione europea. Indagando con la Commissione e le associazioni di categoria abbiamo scoperto che per fortuna si tratta solo di un errore di traduzione dell’atto in questione che fa sì riferimento al prodotto trasformato in Italia a partire da uve straniere, ma solamente nella versione italiana o spagnola, mentre la medesima dicitura non è presente nel testo francese o inglese».

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