Agricoltura e fondi Ue. In Toscana stanziati 861 milioni: i benefici per ambiente e cibo di qualità

Paesaggio della campagna Toscana

861 milioni stanziati, oltre 46mila domande presentate nei 50 bandi già pubblicati. Sono questi i numeri di fondo del Programma di sviluppo rurale in Toscana. Il principale strumento di finanziamento comunitario delle politiche agricole regionali, approvato nel maggio 2015 per coprire un periodo di sette anni (2014-2020), sta procedendo a ritmi sostenuti, tanto che in poco più di tre anni sono state messe in circolazione (impegnate o già utilizzate) l’86% delle risorse totali disponibili (pari a 950 milioni).

Anche per questo, e in vista dell’avvio di una fase cruciale per la negoziazione del regolamento post 2020, la Regione Toscana ha organizzato due iniziative capaci di fare il punto sul ruolo svolto dal Programma e sulle sue prospettive per due ambiti strategici dell’agricoltura toscana: l’agroambiente, cioè la connessione tra agricoltura e tutela dell’ambiente e del territorio e la produzione agroalimentare di qualità, autentico fiore all’occhiello della Toscana nel mondo.

La prima iniziativa è in programma mercoledì prossimo 28 novembre a Braccagni (Grosseto) al Centro fiere del Madonnino di Grosseto e riguarderà le politiche regionali sull’agroambiente. La seconda prenderà vita sabato 1 dicembre alla stazione Leopolda di Firenze nell’ambito della manifestazione Food & wine: e sarà un seminario sulle azioni concrete del Psr in relazione alla qualità del cibo.

“Con queste due iniziative – ha evidenziato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – vogliamo sottolineare il ruolo fondamentale dei contributi europei per lo sviluppo e l’innovazione della nostra agricoltura e anche riflettere sulla strada che abbiamo davanti e sulle necessità che emergeranno anche in relazione alla programmazione comunitaria futura”.

“Ciò che appare evidente – ha proseguito – è che con le risorse del Psr 2014-2020 già migliaia di aziende hanno potuto sostenere e migliorare la loro competitività; inoltre tutto l’ambiente rurale ha potuto beneficiare di interventi significativi per la conservazione dell’ecosistema, per lo sviluppo economico e sociale dei territori rurali, per un’agricoltura sostenibile, innovativa, capace di avere un ruolo importante sui mercati internazionali”.

L’agroambiente e il Psr L’agricoltura che rispetta l’ambiente, che adotta comportamenti sostenibili, che presidia il territorio: è questa l’agricoltura che il Psr sostiene attraverso diverse misure. Quella che in assoluto spicca per consistenza è la misura 11, sull’agricoltura biologica: sono 2.066 le domande volte all’introduzione o al mantenimento dell’agricoltura biologica finanziate sin qui per una cifra complessiva che supera i 115 milioni di euro. Ma il Psr ha sostenuto anche le azioni per la salvaguardia della biodiversità, per la cura del suolo, per sostenere il presidio umano nelle zone svantaggiate.

Tutte queste azioni saranno al centro dell’evento in programma mercoledì 28 novembre al Centro Fiere del Madonnino di Grosseto. Il convegno servirà a fare il punto su quanto è stato fatto e quanto resta da fare su temi come la tutela dell’ambiente, la salvaguardia dell’agrobiodiversità, il presidio del territorio e il mantenimento del paesaggio.

L’appuntamento si svilupperà dal mattino al pomeriggio e sarà aperto dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi (ore 9.45) e concluso dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (ore 17). Al mattino l’attenzione si concentrerà sullo stato di attuazione delle misure agroambientali previste dal Psr, il pomeriggio metterà al centro gli scenari socio economici presenti e quelli futuri per l’agroambiente.

Il cibo di qualità e il Psr In che modo il Programma di sviluppo rurale interviene a sostegno delle produzioni agroalimentari di qualità? In primo luogo sostenendo filiere virtuose che includono aziende agricole, aziende della trasformazione, della commercializzazione e della distribuzione dei prodotti agro-alimentari, soggetti scientifici, reti di imprese. I cosiddetti Pif, progetti integrati di filiera finanziati dal Psr servono proprio a questo, a stimolare sinergie tra soggetti anche molto diversi e a rafforzare così i comparti di punto del nostro agroalimentare di qualità: le filiera vitivinicola in primis, ma anche quella olivo-oleicola, la filiera cerealicola, quella bovina e tutte le altre. Il primo bando dei Pif, approvato nel 2015, con 81 milioni di contributi ha attivato quasi 180 milioni di euro di investimenti distribuiti tra i 29 progetti ammessi, il secondo pubblicato nel 2017, a fronte dei 30 milioni di euro di contributi attiverà 67 milioni di euro di investimenti.

Il Psr ha poi dato un significativo sostegno alle produzioni di qualità dei prodotti agroalimentari e del vino sostenendo le azioni di informazione e promozione con contributi erogati sulla base di bandi annuali (sino a oggi per quasi 8 milioni complessivi).

 

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