Dall’Onu nuovo attacco al Made in Italy e alla Dieta Mediterranea. Copagri: «Serve educazione alimentari, no semafori»

«Più che cercare di demonizzare i prodotti simbolo del made in Italy nel Mondo con semafori rossi o avvisi di rischio, sarebbe auspicabile riflettere sull’importanza di una seria riflessione globale sull’educazione alimentare e sul consumo consapevole». Così il presidente della Copagri Franco Verrascina in vista dell’assemblea generale dell’Onu di giovedì 13 dicembre, durante la quale sarà votata, e con tutta probabilità approvata, una risoluzione sulle cosiddette ‘etichette a semaforo’.

«Appare quantomeno paradossale il fatto che le Nazioni Unite da una parte riconoscano e addirittura promuovano l’importanza della dieta mediterranea e dall’altra di fatto ne affossino però i prodotti simbolo, che rischiano, anche a causa di questa risoluzione, di essere ‘bollati’ come pericolosi per la salute a causa del loro contenuto di grassi, sale e zuccheri», osserva il presidente.

«Sebbene questo tipo di documenti non prevedano l’obbligo di recepimento da parte degli Stati Membri, il rischio di un considerevole danno d’immagine, e non solo, per l’agroalimentare nazionale è concreto; basti pensare che da quando la Gran Bretagna ha convinto il 98% dei supermercati locali a usare i ‘semafori’, le vendite di alcuni prodotti tipici del Made in Italy, quali prosciutti e formaggi, sono crollate», prosegue Verrascina.

«Inoltre, l’impostazione della risoluzione Onu, oltre che a nostro avviso fuorviante a livello concettuale, poiché punta sui divieti e sull’allarmismo invece che sull’educazione e sulla consapevolezza, è viziata da un errore di tipo metodologico: il sistema di calcolo utilizzato è basato su quantitativi di prodotto che in alcuni casi, come per l’olio extravergine d’oliva, sono altissimi e per questo danno risultati fuorvianti», conclude il presidente della Copagri.

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