Prezzi all’ingrosso. Apertura di 2019 in calo per le carni. Nuovi aumenti per Grana e Parmigiano

E’ partito all’insegna dei ribassi il nuovo anno per i prezzi all’ingrosso delle carni. A gennaio l’indice elaborato da Unioncamere e BMTI ha registrato infatti un calo del 4,5% rispetto a dicembre. A guidare i ribassi sono state le carni di pollame, i cui prezzi hanno accentuato il calo che si era già osservato in chiusura di 2018. Complici l’ampia offerta e i consumi ridotti, i prezzi della carne di pollo hanno perso il 18,1% rispetto a dicembre mentre per la carne di tacchino il calo è stato dell’11,6%. Forte è anche il ridimensionamento rispetto allo scorso anno, pari a un -22,6% per il pollo e a un -13,3% per il tacchino. Listini all’ingrosso in forte calo anche per le carni suine, con i prezzi scesi del -9,2% rispetto a dicembre. Tra i vari tagli suini, i ribassi hanno colpito in particolare i lombi, in calo di oltre il 10% su base mensile. I prezzi attuali delle carni suine restano più bassi anche rispetto allo scorso anno (-14%). Dopo il forte aumento osservato a dicembre, il 2019 si è aperto mostrando un mercato meno vivace per le carni di agnello, i cui prezzi hanno ceduto l’1,5% su base mensile, pur confermandosi ben più elevati rispetto a dodici mesi fa (+29,6%).

Nel comparto lattiero caseario, dopo aver chiuso positivamente il 2018, le prime settimane del 2019 hanno messo in evidenza ulteriori rialzi per i prezzi all’ingrosso dei formaggi stagionati (+8,1%), ancora trainati dagli aumenti registrati per Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Grazie ai nuovi rincari, è cresciuto anche il divario rispetto allo scorso anno, pari ora a un +15,9%. A Secondo mese consecutivo di calo per il latte spot, che, dopo il -2,7% di dicembre, ha subito a gennaio un ulteriore -3,3%. I prezzi attuali si mantengono comunque più alti rispetto all’anno precedente (+19,5%). Avvio d’anno negativo anche per i prezzi delle uova (-3,7% rispetto a dicembre), che rimangono inoltre ben al di sotto dei livelli segnati dodici mesi fa (-19,9%).

Nel comparto degli oli e grassi, il 2019 si è aperto per l’olio di oliva mostrando un mercato statico e listini di fatto invariati rispetto a dicembre. Resta comunque positivo il confronto con lo scorso anno (+17%). Tra le materie grasse, si è osservato ancora un calo – il quarto consecutivo – per i prezzi del burro (-2,2%), che si mantengono più bassi anche nel confronto con l’anno precedente (-7,4%).

Tra i prodotti della filiera cerealicola, ulteriori segnali di rialzo si sono registrati per la semola (+2% per gli sfarinati di grano duro), in linea con gli aumenti rilevati nelle prime settimane dell’anno per il grano duro. Positivo l’avvio d’anno anche per il prezzo del riso (+3,1%), che si conferma in forte crescita anche rispetto a dodici mesi fa (+36,6%).

Unioncamere con la società BMTI scpa pubblica mensilmente l’indice del prezzi all’ingrosso dell’agroalimentare  aggregando i dati ufficiali rilevati dalle Camere di Commercio nelle rispettive piazze attraverso i listini sui prezzi all’ingrosso all’agroalimentare. La nota di Unioncamere riporta il dato congiunturale e tendenziale mostrando la dinamica nazionale nei 4 comparti: Riso e Cereali, Carni, Latte formaggi e uova, Oli e grassi. 

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