Un nuovo equilibrio per le foreste d’Italia. Conaf (Agronomi e Forestali): Liguria caso di studio

Il 2018, per i boschi e le foreste d’Italia e per chi con il legno ci lavora, è stato un anno decisivo con l’approvazione del Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali (TUFF).
Si tratta di un testo che ha messo ordine in un settore in cui, negli anni, si erano sovrapposte competenze differenti, definizioni disomogenee, conflitti di attribuzioni e che ha riportato sui principali tavoli decisionali la tematica della gestione forestale attiva e sostenibile, come ha sempre sostenuto l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali.

«Dietro una singola parola come “bosco” o “foresta” ci sono una miriade di aspetti, di servizi di fruizioni che quest’ambiente fornisce. Negli anni passati li avevamo suddivisi, come se questi non fossero intimamente intersecati. Così abbiamo assistito, in mancanza di un coordinamento nazionale, al trasferimento alle Regioni degli aspetti forestali (tramite costituzione art 117), tra cui la funzione idrogeologica fondamentale per programmare la difesa del territorio, che ha generato differenti interpretazioni anche solo nella definizione di bosco» ha dichiarato Marco Bonavia, consigliere Conaf. «Poi ci sono gli aspetti paesaggistici e di urbanistica, che sono di competenza della Soprintendenze, con il vincolo paesaggistico che è materia competenza nazionale. E poi bisogna considerare la filiera del legno e gli aspetti produttivi, e il ruolo di bacino di biodiversità sia di flora che fauna che un bosco ricopre, e i servizi ecosistemici, e la fruizione turistica. Il Testo Unico cerca di risolvere questi conflitti offrendo una cornice unitaria da cui partire per regolamentare le differenti esigenze»

LA PECULIARITÀ DELLA LIGURIA La Liguria, anche a causa dell’abbandono massiccio dell’entroterra, è la regione italiana a più elevato indice di boscosità: i boschi ricoprono una superficie di circa 397.521 ettari con un indice di boscosità, espresso in rapporto con la superficie totale, pari al 73% contro il 36% della media nazionale e la provincia di Savona è la più boscosa della Liguria. Contemporaneamente però è una regione che mostra una devastante cementificazione del litorale, con tutti i problemi connessi di messa insicurezza del territorio, aggravata dalle classiche problematiche della piccola proprietà che impedisce vaste decisioni pianificatorie, particolarmente importanti quando si parla di foreste.

«Questa condizione è estremamente critica, per la sicurezza del territorio e delle persone e perché – e in questo la Liguria ne è la dimostrazione palese – in Italia il bosco non è un luogo lontano, inaccessibile, la gente ci vive in mezzo, ci sono strade che lo attraversano, ci sono comunità che richiedono di trovare un nuovo equilibrio e un futuro di sostenibilità» ha detto Sabrina Diamanti, presidente Conaf.

«Il legno è una risorsa primaria, è rinnovabile, è sostenibile e con l’economia generata dalle filiere del legno si può rallentare lo spopolamento delle montagne, contribuendo alla manutenzione del territorio. Si deve ripartire dalla pianificazione forestale, con modelli di gestione e sviluppo sostenibile: questa è la strada per ottenere l’effettiva tutela e valorizzazione delle foreste italiane, nell’interesse dell’individuo e della collettività. Occorre sburocratizzare alcuni passaggi, e la collaborazione con la Direzione Generale delle Foreste nella stesura dei decreti attuativi del TUFF è sicuramente un ottimo punto di partenza. Magari rendendo proprio la Liguria il caso esemplare da prendere a modello, punto di incontro tra Alpi e Appennini».

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