Zootecnia Emilia Romagna. Assemblea Araer: aumenta la produzione lorda vendibile +5,8%

Maurizio Garlappi

Sfide, aspettative, progetti. Per l’Associazione regionale dell’Emilia Romagna (Araer) le incognite sul futuro della zootecnia rappresentano uno stimolo per offrire agli associati le migliori opportunità di crescita e competitività professionale.

Ne ha parlato il presidente Maurizio Garlappi, in occasione dell’annuale assemblea dell’Associazione svoltasi ieri mattina a Bologna illustrandone il buon andamento a 7 anni dall’inizio della riorganizzazione, che per Araer ha rappresentato una vera e propria rivoluzione.

L’intervento del presidente è stato preceduto da quello del direttore, Claudio Bovo, che ha dato lettura dei dati di bilancio consuntivo (per il 2018) e preventivo per l’anno in corso.

“L’anno che ci siamo lasciati alle spalle – ha dichiarato Garlappi – è stato particolarmente intenso di lavoro e iniziative sia per quanto riguarda la progettualità che l’aspetto tecnico con l’implementazione di ulteriori nuovi servizi per gli allevatori. I numeri alimentano la nostra soddisfazione: nel corso del 2018 i tecnici Araer hanno controllato 234.911 bovine da latte in 1.775 allevamenti e 12.395 bovini da carne in 530 allevamenti.

Un anno, il 2018, che per la zootecnia emiliano-romagnola è stato particolarmente positivo: il valore totale dell’agricoltura regionale ha raggiunto il 51% a fronte del 49,5% dell’anno prima con una Plv (produzione lorda vendibile, ndr) passata dai 2,241,50 milioni di euro (nel 2017) a 2.371,08 milioni, pari a un aumento del 5,8%”.

Tutto bene quindi? Non esattamente, perché le sfide sul tavolo della competitività si traducono innanzitutto in concetti di cui si parla molto e si continuerà a parlare: benessere animale e antibioticoresistenza. “Le richieste che arrivano dal mercato, prima ancora che dall’Europa – ha incalzato Garlappi – impongono a tutto il settore un cambio di passo, un nuovo modo di interpretare il nostro lavoro a vantaggio di una trasparenza che è sinonimo di sicurezza alimentare. In quest’ottica è nato il Progetto Leo, finalizzato alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri che alimenteranno una banca dati, al momento unica in Europa, da cui attingere le informazioni necessarie per individuare le migliori soluzioni nel rispetto degli obiettivi legati alla sostenibilità ambientale ed economica, alla sicurezza alimentare, al benessere animale. Attualmente il 92% dei nostri associati ha aderito al progetto che, voglio sottolineare, non chiede agli allevatori nessun contributo economico. Il progetto Leo, che terminerà il 30 giugno 2023, è finanziato dai fondi previsti dal Psr nazionale e ammontano a complessivi 93 milioni di euro. La sua elaborazione ha coinvolto numerosi enti e istituti di ricerca, con Aia (Associazione italiana allevatori, ndr) capofila che circa due anni fa, successivamente alla pubblicazione del banco, presentò il progetto, approvato dal ministero delle Politiche agricole non più tardi dello scorso 10 maggio. Un lasso di tempo enorme per problemi che impongono strategie quasi immediate”.

Tornando ai numeri che hanno caratterizzato l’andamento zootecnico emiliano-romagnolo nel 2018, vanno ricordate le 2,043 milioni di tonnellate di latte prodotto, che rispetto all’anno prima hanno fatto segnare un +0,1%. Una crescita che si consolida di anno in anno e che vede nel buon andamento di mercato del Parmigiano Reggiano la sua forza motrice. Proprio il latte prodotto per il re dei formaggi assorbe oggi il 93% della totalità, che si traduce in un +1,35% di forme prodotte. “Un andamento che ha trascinato nella sua scia positiva anche il Grana Padano prodotto a Piacenza – ha proseguito Garlappi – Nel complesso, la zootecnia emiliano-romagnola targata 2018 archivia un buon andamento anche per il comparto degli avicunicoli e delle uova, così come per gli ovicaprini. Diverso il discorso per il settore suinicolo che deve registrare un calo della redditività del 12,1%, marcando notevoli problemi di redditività per gli allevatori. Preoccupano i dati registrati nel comparto dei bovini da carne che nonostante l’aumento del valore delle produzioni (+4,7%) e l’incremento delle macellazioni (+4,8%) deve incassare una flessione delle quotazioni di vitelli e bovine. “Rimane purtroppo grave la situazione degli allevamenti di bovini di razza Romagnola – ha precisato il presidente Araer – rispetto alla quale possiamo parlare di uno stato di crisi senza precedenti e che ci chiama prepotentemente in causa per individuare soluzioni che possano ridare fiato al comparto”.

Un lungo elenco di analisi di laboratorio, un supporto concreto nel ramo assicurativo per tutelare le aziende sono solo alcuni dei numerosi servizi offerti agli associati da Araer “che – ha velatamente polemizzato Garlappi – a differenza di altre regioni come la Lombardia, il Veneto o la Toscana, dalla Regione riceve un contributo di poco superiore a 2,8 milioni di euro: una goccia nel mare se consideriamo non solo quanto avviene altrove, ma soprattutto quanto ci viene chiesto per rispettare tutti i parametri oggi previsti”.

Un appello che non è caduto nel vuoto e che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in collegamento video ha in parte raccolto assicurando pieno sostegno a un settore vitale e di fondamentale importanza per l’economia regionale. “Ad Araer – ha detto il presidente della Regione – va riconosciuta la capacità di aver fatto crescere il settore zootecnico regionale; proprio per questo il nostro impegno sarà rivolto a individuare i sostegni necessari a garantire questo percorso evolutivo che tutelerà gli allevatori a vantaggio di tutti, compreso il territorio”..

“In un futuro che è ormai alle porte – ha concluso Maurizio Garlappi – sarà di fondamentale importanza stringere accordi con Associazioni e Consorzi, come abbiamo fatto proprio in questi giorni con quello del Parmigiano Reggiano, per rafforzare il settore e renderlo sempre più competitivo. Contestualmente lavoriamo e lavoreremo per offrire ai nostri associati una rosa sempre più completa di servizi all’interno della quale ogni allevatore sarà libero di scegliere quello che risponderà di più alle sue esigenze”.

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