Gasolio agricolo, fra appelli e proposte per il governo. Cia Umbria: incentivi per ammodernamento parco macchine

L’eliminazione di sgravi fiscali e l’aumento delle accise per l’acquisto del carburante agricolo, ipotizzate nella bozza del Decreto Legge sul clima, non sono la soluzione per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale, tanto meno economica. Pur condividendo la preoccupazione relativa ai cambiamenti climatici in atto, e pienamente fiduciosi di una marcia indietro sul provvedimento specifico, noi di Cia Umbria vogliamo andare oltre la protesta e lanciare invece una proposta al neo Ministro all’Ambiente, Sergio Costa, raccogliendo la sfida sul futuro del nostro Paese.

La proposta di Cia Umbria al Ministro Costa «Anziché aumentare il costo del carburante agricolo per disincentivarne l’acquisto, tra l’altro già oggi più alto rispetto ai nostri competitor europei, occorre fare una valutazione del parco mezzi agricoli ad oggi sul territorio – sottolinea il presidente Cia Umbria Matteo Bartolini – .  I nostri trattori, non solo in Umbria, sono spesso mezzi ormai datati, acquistati nella maggior parte dei casi oltre 20 anni fa. Questo vuol dire macchine agricole a rischio sicurezza e altamente inquinanti. L’urgenza, a ben vedere, è quella di operare una graduale ma radicale trasformazione dei mezzi stessi, incentivando da un lato la trasformazione dei trattori meno datati verso una doppia alimentazione, gasolio e bio-metano; dall’altro inserendo nel prossimo Piano Strategico Nazionale misure funzionali all’acquisto di macchine agricole più moderne, altamente tecnologiche e con un sistema di alimentazione a bassa emissione di CO2, come già da circa dieci anni avviene in alcuni Paesi europei».

Le ricadute positive sul clima e sull’economia «Sarebbe sensato, inoltre,  – prosegue Bartolini – pensare ai nostri imprenditori agricoli come produttori di carburante. Sappiamo che il bio metano è una fonte di energia rinnovabile che si ottiene da biomasse agricole quali sottoprodotti e scarti agricoli, così come dalle deiezioni animali, dagli scarti delle filiere agroindustriali e dai rifiuti organici. Lo sviluppo di una rete di bio metano, anche in Umbria, non solo darebbe una risposta agli obiettivi previsti nel Decreto Clima al fine della riduzione delle emissioni di CO2, ma avrebbe anche ricadute positive sul comparto agro-alimentare. Si arriverebbe così a un vero modello di sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica, che si fonda sull’utilizzo circolare delle risorse».

Le ricadute negative con l’aumento del costo di gasolio agricolo «Il taglio degli incentivi paventato nel Decreto Clima al vaglio del nuovo Governo  – conclude il presidente CIA Umbria Bartolini – comporterebbe per i nostri produttori un aumento del 50% del costo di produzione, che si tradurrebbe in un aumento del prezzo del cibo: a pagarne le spese sarebbe alla fine il consumatore. Non solo, aumentando i costo di produzione, le nostre aziende agricole subirebbero ancora di più la concorrenza con le aziende estere che hanno costi di produzione molto più bassi e che, per questo, aggrediscono il mercato italiano con prodotti a prezzi stracciati. Nella peggiore delle ipotesi, infine, un aumento del costo del gasolio agricolo significherebbe per molte piccole aziende la chiusura della propria attività, non più redditizia, con la conseguenza allarmante di una mancata sovranità alimentare, cioè quel diritto che ogni comunità ha di produrre cibo sano e culturalmente appropriato, in modo da essere autosufficiente».

Cia Emilia Romagna: Governo scongiuri stop a sgravi fiscali su gasolio agricolo «Il governo scongiuri il rischio dell’eliminazione degli sgravi fiscali concessi al mondo agricolo per l’acquisto del gasolio agevolato». Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna esprime così la sua forte preoccupazione alla circolazione delle ipotesi di decreto legge sul clima che potrebbe prevedere tra le altre azioni, anche lo stop agli incentivi per i carburanti agricoli. Cia è a colloquio con il governo (Mipaaf e Ambiente) per correggere il tiro.

«L’ipotesi – spiega Cia – inciderebbe pesantemente fino al 50% sulla spesa per le operazioni in campagna con costi inaccettabili che arriverebbero a sfiorare il miliardo di euro a livello nazionale. Per questo, stiamo sollecitando il governo perché si eviti questa grave stangata sul reddito agricolo. Allo stesso tempo, chiediamo un intervento importante sul tema ricambio mezzi agricoli con la diffusione e il passaggio a macchine alternative e più tecnologiche».

 

 

 

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