Burocrazia. In Toscana, per ‘rischio alluvioni’ aziende agricole devono essere autorizzare per l’utilizzo dei propri terreni intorno ai canali

Un cavillo della burocrazia regionale che potrebbe provocare un vero e proprio terremoto per le aziende agricole senesi e toscane. Con la motivazione del rischio idrogeologico e tutela del territorio, aziende agricole che hanno un fosso, un canale ma anche un semplice rigagnolo nella propria azienda sono costrette a dover chiedere una autorizzazione per poter utilizzare parte del proprio terreno, per non cadere in un vero e proprio esproprio. E’ quanto contenuto nella Legge Regionale del 24 luglio 2018, n. 41, “Disposizioni in materia di rischio alluvioni e di tutela dei corsi d’acqua in attuazione del decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49. La Cia Agricoltori Italiani di Siena si sta facendo carico di questa problematica ed ha sollecitato, durante un incontro, i consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli, con i quali sono state affrontate anche altre tematiche aperte in ambito senese di competenza regionale.

«In pratica – commenta il presidente Cia Siena, Valentino Berni – la legge impone delle limitazioni sull’uso del suolo e della proprietà a seguito di una delibera della Regione molto penalizzante. Secondo la norma sono considerate “aree demaniali” dal centro del fosso per dieci metri su entrambi i lati, per un totale di venti metri. Ad esempio un’azienda agricola di 40 ettari può trovarsi così con un 10 per cento di terreno in meno sul quale non può intervenire se non attraverso la richiesta di una autorizzazione (al Genio civile). Senza questa autorizzazione, infatti, non si può coltivare, raccogliere (ad esempio grano, uva, olive) e tantomeno mettere mano ad una piccola rimessa agricola».

I problemi dell’agricoltura senese Durante l’incontro con Bezzini e Scaramelli si è poi parlato dell’emergenza ungulati e selvatici in genere e sono stati chiesti interventi decisivi e risolutivi «perché non siamo soddisfatti della Legge obiettivo che non sta risolvendo i problemi» ricordando che la Cia Siena è già uscita dagli Atc Siena Nord e Siena Sud perché «gli Atc devono assumere un ruolo tecnico e non politico come è ed è stato fino adesso».

Inoltre il tema dell’approvvigionamento idrico e consorzi di bonifica: «In provincia di Siena siamo messi peggio rispetto al resto della Toscana – ha precisato Berni – con gravi carenze idriche alle nostre campagne che sono in molti periodi dell’anno in forte sofferenza. Stiamo in questo coinvolgendo enti pubblici preposti e agricoltori per arrivare ad una soluzione in tempi rapidi». Senza dimenticare – conclude Cia Siena – che i tributi per gli agricoltori stanno arrivando a livelli molto elevati, e quindi ci deve essere un impegno ad invertire il trend.

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