Caporalato nelle campagne di Padova. Confagricoltura: vanno aumentate le quote di lavoro regolare

Esprimiamo ferma condanna per gli episodi da cui emerge l’utilizzo di lavoratori irregolari. Ricordiamo però che per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento irregolare bisogna aumentare le quote di lavoratori stagionali, che sono assolutamente insufficienti a coprire il fabbisogno, e mettere a punto forme contrattuali che facilitino le piccole e medie aziende, oggi gravate da un eccesso di oneri burocratici anche per raccolte della frutta di una manciata di giornate, che può portare ad affidarsi per le emergenze della raccolta a cooperative non sempre corrette”.

Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, invita a non mettere all’indice un intero comparto per comportamenti che sono sporadici e a cercare soluzioni per favorire il reperimento regolare di manodopera.

“Confagricoltura Padova è impegnata nell’informazione e nell’assistenza alle proprie aziende per prevenire le situazioni di irregolarità e di caporalato – sottolinea il presidente di Confagricoltura Padova, Michele Barbetta. – Va però sottolineato che il fabbisogno rilevante di manodopera stagionale, tipico del settore agricolo, non rende facile il normale reperimento di lavoratori.

L’anno scorso sono stati solo 80 i lavoratori assegnati alla provincia di Padova a fronte di 300 domande. Il decreto flussi, pubblicato nell’aprile 2019, ha autorizzato infatti l’ingresso in Italia di un numero limitato di braccianti di provenienza extracomunitaria, tanto che le aziende hanno lamentato una grossa difficoltà a trovare organico per le raccolte. Auspichiamo che nel 2020 venga data una risposta concreta alle aziende agricole che chiedono lavoratori per le proprie attività, altrimenti si dà spazio al ricorso al lavoro non regolare. Ravvisiamo inoltre la necessità di una maggiore collaborazione tra noi, associazioni datoriali che assistono le imprese agricole, e la pubblica amministrazione, per un’adeguata verifica della regolarità delle società cooperative che offrono lavoro in agricoltura, soprattutto nell’appalto di servizi. Spesso si tratta di soggetti opachi, privi di referenze affidabili e non in possesso di certificazioni, in quanto spesso sono di recente costituzione. Chiediamo quindi una più stretta collaborazione con le autorità pubbliche circa la verifica di tali soggetti, in quanto può essere utile per isolare dal mercato del lavoro e dei servizi in agricoltura elementi che operano nell’illegalità”.

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