FederBio e IBMA Italia sollecitano politiche green che puntino sulle tecnologie naturali di bioprotection e biocontrollo

Nell’anno internazionale della salute delle piante, che coincide con il decennio dedicato alla biodiversità, FederBio e IBMA Italia, l’Associazione di Produttori di mezzi tecnici per bioprotection – biocontrollo, sollecitano una regolamentazione che favorisca e semplifichi l’utilizzo delle tecnologie di origine naturale e contemporaneamente una rapida revisione del nuovo PAN che punti sulla riduzione della dipendenza dell’agricoltura dai pesticidi di sintesi chimica.

Le tecniche di bioprotection – biocontrollo, vale a dire le strategie e i prodotti a base di sostanze di origine naturale e minerale per la gestione di parassiti e patogeni dannosi in base allo studio della loro biologia e comportamento, rappresentano un efficace, affidabile e moderno mezzo di difesa delle colture agricole. La bioprotection / biocontrollo contribuisce, inoltre, a mitigare i cambiamenti climatici, a ridurre la perdita di biodiversità e a contrastare l’inquinamento ambientale grazie a un minor apporto di sostanze chimiche di sintesi.

FederBio e IBMA Italia hanno accolto con favore l’inserimento delle tecnologie di bioprotection – biocontrollo nel Green Deal europeo, il piano che ha l’obiettivo di rendere più sostenibile l’economia dell’Ue stimolando l’uso efficiente delle risorse. L’auspicio è che si giunga a un veloce inserimento di queste tecniche naturali anche nelle politiche green nazionali.

La necessità di cogliere questo obiettivo per l’Italia risulta ancora più stringente visto che il nostro Paese, con i suoi 79.000 operatori biologici, si colloca al primo posto a livello europeo per numero di occupati nel settore. Sono oltre 2 milioni gli ettari coltivati con metodo biologico, che rappresentano il 15,5% della superficie agricola nazionale, la seconda più estesa dopo la Spagna. Dal 2010 ad oggi gli ettari di superficie biologica coltivata in Italia sono aumentati del 75% e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%.

“Dopo le consultazioni con associazioni e cittadini siamo in attesa della stesura definitiva del nuovo PAN e riteniamo fondamentale l’inserimento di tecniche innovative, efficienti e rispettose dell’ambiente come le tecnologie di bioprotection / biocontrollo nelle politiche di sviluppo verdi nazionali. Servono azioni concrete per ridurre l’uso di pesticidi di sintesi, in particolare in Italia, uno dei maggiori consumatori di anticrittogamici a livello europeo. Dall’ultimo report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2017) risulta che nella Ue il consumo di prodotti chimici di sintesi in agricoltura è in media di 3,8 Kg per ettaro, mentre in Italia raggiunge un preoccupante 5,7 Kg per ettaro. Ricerca e innovazione sono in grado ormai di offrirci soluzioni concrete per invertire questo trend e promuovere l’adozione di tecnologie biologiche di protezione delle piante di origine naturale”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

“La principale necessità del settore dell’agricoltura biologica ed integrata è quella di disporre di mezzi tecnici sicuri per l’ambiente, gli utilizzatori, i consumatori e conformi alle normative europee. Per questo IBMA Italia promuove l’applicazione di prassi produttive e di controllo rigorose, affinché i prodotti di bioprotezione siano in linea con tali normative. È proprio per restare al passo con i tempi che le nostre aziende sono stimolate ad impegnarsi in ricerca ed innovazione, investendo tempo e risorse, non sempre però sostenute dalle rispettive autorità a causa di ritardi burocratici dovuti anche a norme non adeguate e non proporzionate alle esigenze della bioprotection. Tutto ciò compromette la disponibilità per il settore di mezzi tecnici appropriati, in particolare per l’agricoltura biologica”, ha dichiarato Giacomo De Maio, Presidente IBMA Italia.

IBMA Italia fa parte di IBMA Global, che in Europa annovera al suo interno oltre 260 aziende produttrici di mezzi tecnici per la bioprotezione delle piante in agricoltura biologica ed integrata, la maggioranza di queste di piccola e media dimensione.

In Italia, l’Associazione è nata nel 1995 per rappresentare le opinioni di tutti coloro che contribuiscono allo sviluppo del biocontrol / bioprotection nella difesa delle colture, della gestione sostenibile del suolo, della salute animale e igiene/verde pubblico. Essa si fa portavoce di 26 aziende, anche in questo caso in maggioranza di piccola e media dimensione, che partecipano attivamente alla ricerca e produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura biologica ed integrata, portando gli interessi di ciascuna ai tavoli di discussione con enti regionali, istituzionali nazionali e responsabili politici. L’obiettivo è di agevolare a livello normativo e applicativo l’uso di prodotti di derivazione naturale.

Attraverso la sua attività, inoltre, IBMA Italia intende contribuire ad un uso più ampio e più appropriato dei mezzi tecnici biologici, garantendo standard qualitativi dei prodotti e implementando regole etiche professionali.

FederBio (feder.bio) è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali.

Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.

La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.

 

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