Coronavirus. Baroni (FI): da governo nessuna risposta su sostegno zootecnia

“A fronte degli attacchi mediatici che sta subendo il settore della zootecnia abbiamo chiesto, durante una interrogazione in commissione agricoltura, se il ministro Bellanova non intenda promuovere delle campagne mediatiche per promuovere e valorizzare l’importanza del settore. Dal governo non abbiamo ricevuto risposte alla nostra richiesta. Il sottosegretario L’Abbate, pur concordando con la nostra analisi, non si e’ pronunciato sulla necessita’ di avviare una campagna a difesa e sostegno del comparto”. Lo afferma, in una nota, Anna Lisa Baroni, deputata di Forza Italia.

“A nostro avviso il settore della zootecnia va tutelato e promosso in ogni modo. E’ un comparto che occupa 250 mila persone, con un fatturato di 40 miliardi annui. Negli ultimi dieci giorni e’ stato oggetto di attacchi indiscriminati, in diverse trasmissioni televisive, tra cui ‘Report’ ed anche nell’edizione delle 20 del Tg1 dello scorso 29 aprile. Il servizio andato in onda sul telegiornale riportava esclusivamente le dichiarazioni di una attivista di Greenpeace che descriveva la zootecnia come una delle principali responsabili dell’inquinamento, senza un minimo di contraddittorio. Si e’ tracciato inoltre, nel medesimo servizio, un parallelismo tra inquinamento, diffusione del virus e consumo di carne animale. Dai dati diffusi dall’Ispra – sottolinea l’esponente azzurra – emerge chiaramente che l’inquinamento da Co2 dipende solo per il 7,2% dal comparto dell’agricoltura, che abbiamo circa 30 tonnellate di Co2 immesse in aria in Italia, di cui l’80% dal comparto agricolo, a fronte delle 66 in Germania, e 70 in Francia. Inoltre e’ giusto ricordare che la grande responsabilità e serietà delle imprese e dei lavoratori del comparto ha fatto si’ che mai, in questo periodo legato alla pandemia, si sia registrato un calo degli approvvigionamenti, attestando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che addetti e imprese del settore sono, per legge e per vocazione, al servizio del Paese”.

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