Colpo di scena per gli agriturismi. Niente ospitalità ai lavoratori, il dietrofront nelle Faq del Governo

Nuovo colpo di scena per gli agriturismi. Il Governo, in una nuova Faq (domande frequenti) pubblicata l’altro ieri sul sito ufficiale della Presidenza del Consiglio, smentisce quanto detto tre giorni prima e autorizza le strutture rurali ad accogliere solo le persone impegnate in attività di pubblica utilità, vale a dire il personale ospedaliero. Non quindi operai e dipendenti aziendali, come aveva invece specificato in una Faq del 9 maggio in seguito alle sollecitazioni di Confagricoltura e Agriturist Veneto.

Il 12 maggio il governo, alla domanda “Gli alberghi, i bed and breakfast e le altre strutture ricettive devono restare chiusi?”, ha risposto infatti inserendo nuovamente la distinzione tra alberghi e altre strutture ricettive. “Gli alberghi possono proseguire la propria attività, ma esclusivamente per le persone autorizzate a spostarsi secondo le previsioni normative vigenti”, si legge nella Faq. “Le altre strutture turistico-ricettive (bed and breakfast, affittacamere, case vacanza etc.) possono proseguire la propria attività esclusivamente nei casi in cui siano ospitate persone impegnate in attività funzionali ad assicurare la continuità dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali”.

Una situazione kafkiana che ha costretto Agriturist Veneto e Confagricoltura Veneto a rimettersi nuovamente al lavoro, per contattare tutti gli enti e le istituzioni coinvolte per chiarire la situazione, e che Maria Cristina Caretta, deputata vicentina di Fratelli d’Italia che aveva presentato un’interrogazione sulla questione, ha bollato con parole durissime: “Il Governo richiude gli agriturismi e trasforma l’Italia nella Repubblica delle banane. Siamo governati da folli incoscienti che giocano con il lavoro e la vita degli imprenditori agrituristici”.

Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova), si dice amareggiato e preoccupato: “Non è possibile vivere e lavorare in un Paese dove il sabato il Governo dice una cosa sul sito ufficiale e tre giorni dopo viene cambiata – spiega – . Abbiamo aziende che stanno chiudendo, altre che stanno chiedendo aiuto alle banche perché non riescono a pagare le bollette e i fornitori. Non sappiamo se i responsabili di questo voltafaccia siano i politici, o il solito funzionario che fa e disfa per conto suo. Ma in questa situazione gravissima è vergognoso avere a che fare con persone che non sanno quello che stanno facendo o che corrono dietro alle pressioni di turno. Non è possibile che cambiando un codice o una virgola salti un intero settore: bisogna mettere mano alla pubblica amministrazione e fare in modo che vi sia una maggiore responsabilità. Noi non possiamo, come imprenditori, vivere in un Paese dove esiste una babele di norme, contradditorie tra di loro, in mano a burocrati che fanno e disfano dalla sera alla mattina come se fosse la tela di Penelope. E non esiste un solo Paese al mondo dove le Faq sono diventate fonte di diritto”.

Granata ritiene insoddisfacente anche il discorso del premier Giuseppe Conte e le parole del ministro Teresa Bellanova: “Da quello che ho ravvisato sentendo l’intervento in diretta, le misure elencate sono orientate a sostenere più il “grande” turismo, hotel in primis, tralasciando il nostro settore che pure riveste un ruolo fondamentale nel territorio rurale. Non vorrei che fossimo tagliati fuori anche dai fondi di sostegno. Al ministro Belllanova ricordiamo che ci sono anche le aziende agrituristiche da tutelare, fondamentali per il settore primario, di cui ad oggi non abbiamo sentito una parola da parte sua”.

 

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