Ippica. Bellanova a Conte e Speranza: urgente annunciare l’avvio dell’attività delle corse fin dal 22 maggio

Urgente annunciare l’avvio dell’attività delle corse fin dal prossimo 22 maggio. Perché un ritardo nella ripresa delle corse produrrà un ulteriore danno economico per il mondo allevatoriale.

Lo ribadisce per iscritto la Ministra Teresa Bellanova al Presidente Conte e al Ministro Speranza con la lettera inviata nella serata di ieri, per sollecitare la riapertura degli ippodromi alle corse ippiche, rigorosamente a porte chiuse, dunque “compatibile con le previsioni del DL 16 maggio 2020 n. 33 e non in contrasto con le previsioni di cui al DPCM 17 maggio 2020, dove pure è assente ogni riferimento in merito”. E annunciando l’adeguamento delle Linee guida secondo alla luce di quanto già indicato dal Comitato tecnico scientifico così da garantire, per quanto di competenza, “il massimo livello di sicurezza a tutte le attività oggetto di riapertura”.

“Le corse ippiche”, scrive Bellanova, “rappresentano l’unico strumento di reddito per gli allevatori e gli operatori del settore, nonché degli ippodromi. Un ritardo nella ripresa delle corse produrrà un ulteriore danno economico per il mondo allevatoriale e la filiera ippica nazionale che conta in Italia oltre 30mila operatori con oltre 8mila cavalli da corsa in piena attività agonistica”. Inoltre, la mancanza di corse non consente “di qualificare le nuove generazioni dei cavalli pronti per essere venduti nelle imminenti aste, nazionali e internazionali; gli operatori non potranno fruire di parametri di valutazione provenienti da gare recenti, scontando un notevole deprezzamento degli stessi”, con un impatto negativo sul patrimonio equino nazionale, considerato come “l’assenza di corse sul territorio nazionale sta attivando un costante flusso di emigrazione degli allevatori nei Paesi dove le corse ippiche sono già riprese”.

Nella lettera Bellanova ricorda infine, a conferma della sollecitazione, come gli impianti e le strutture degli ippodromi non siano mai stati chiusi ma utilizzati correntemente come sede per la cura, la movimentazione e l’allenamento del cavallo, attività regolarmente autorizzate, “in pieno accordo con il competente Ufficio del Ministero della salute”.

Informazione pubblicitaria