Pecorino romano e DOP sarde escluse dal bando nazionale indigenti post Covid, Palitta scrive alla ministra Bellanova

Il Governo esclude il Pecorino Romano (ma anche il pecorino sardo e il fiore sardo) dal Bando nazionale indigenti da 50 milioni di euro e il presidente del Consorzio Salvatore Palitta scrive alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova. Il bando è stato messo a punto per favorire la ripresa post pandemia del settore agroalimentare e, allo stesso tempo, per aiutare le famiglie indigenti: in pratica, il Governo acquista per 50 milioni i prodotti inclusi in un determinato paniere (aiutando così la filiera di produzione) e li destina a enti caritatevoli (che li donano a famiglie bisognose). Lo stesso meccanismo del bando da 14 milioni del 2019, che includeva il pecorino romano ma era legato alla cosiddetta vertenza latte, e che solo in parte è diventato operativo meno di 20 giorni fa.

Anche le Dop sarde colpite in pandemia – “Ci risulta che nella predisposizione del paniere dei prodotti da inserire nel bando indigenti post Covid da 50 milioni di euro, a cui non abbiamo avuto modo di dare il nostro contributo,  siano state dimenticate o escluse il Pecorino romano e le altre Dop a latte di pecora che nascono in Sardegna”, spiega Palitta. “Per questo siamo profondamente dispiaciuti, perché i problemi legati alla pandemia hanno colpito indistintamente tutte le indicazioni geografiche e le Dop italiane. Considerato questo quadro non vedo perché dagli interventi debbano essere esclusi il Pecorino romano, il Pecorino Sardo e il Fiore sardo. Questo è inaccettabile”.

Appello a Regione e parlamentari – Il presidente del Consorzio fa poi appello alla Regione e ai parlamentari sardi affinché sostengano la causa. “Chiediamo alla Regione e ai rappresentanti sardi in Parlamento un intervento tempestivo”, sottolinea Palitta. “Non è accettabile che lo Stato italiano intervenga in una fase congiunturale estremamente difficile come questa ignorando che esistano le Dop sarde che, fra l’altro, sono anche molto richieste nelle piattaforme di vendita e dagli enti caritatevoli”.

Scenario economico poco rassicurante per il futuro –  Secondo il presidente del Consorzio proprio oggi, in questa congiuntura economica difficile, sono necessari interventi di sostegno ai comparti economici. E in particolare proprio al Pecorino romano. “Durante la crisi, ci siamo fatti carico, in modo del tutto volontaristico e in ottica solidale, di tutto il latte destinato ai freschi, la cui produzione era completamente ferma, il che ha comportato maggiori produzioni di pecorino romano pari circa al 20%. A questo si aggiunge l’ipotesi di un crollo del 50% nel mercato Usa, per noi il mercato principale, e la contrazione dei consumi interni del 7% a causa del ridotto potere d’acquisto. E’ facile capire che, sommando tutti questi fattori, la situazione che si prospetta non è affatto rosea e non fa ben sperare per il futuro. Per questo gli aiuti del Governo sono indispensabili”. Inoltre, per Palitta, “viviamo un momento in cui in tutti i Paesi del mondo emerge un fenomeno protezionistico sempre più diffuso, tutte le regioni italiane lavorano per proteggere e aiutare i prodotti dei loro territori e anche noi dobbiamo fare altrettanto. Noi rappresentiamo il 95% della produzione nazionale ovina e nonostante le difficoltà vissute in questo periodo abbiamo garantito la lavorazione di tutto il latte, cosa che non è avvenuta in altre parti d’Italia, e sostenuto anche i caseifici in difficoltà sui prodotti da tavola. E’ perciò assolutamente impensabile che le nostre Dop isolane subiscano un’ingiustizia simile”, conclude Palitta auspicando un immediato intervento della ministra.

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