Belluno. Confagricoltura, l’esposto in Procura contro il piano contenimento cervi è una follia

“Un esposto in Procura contro il piano provinciale? Non sta né in cielo né in terra. La Provincia non ha fatto che il suo dovere, contenendo una crescita incontrollata di cervi che non possiamo più permetterci”.

Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, commenta caustico la nuova mossa degli animalisti per la difesa degli ungulati. “Agli ambientalisti che ce l’hanno con gli esseri umani e le loro attività dico di trasferirsi in Siberia, dove ci sono solo animali – attacca -. Oppure si facciano dare un parco e ci vivano con i lupi e i cervi. Ma se vogliono abitare in un ambiente antropizzato devono sottostare alle regole dettate dagli esseri umani. Perché solo con i piani di contenimento si possono limitare sia l’eccesso di prolificazione, sia i danni all’ambiente, alle colture e alle persone. Gli ambientalisti dimenticano che esiste la proprietà privata e che, come tale, va difesa. Vorrei vedere se nel giardino di casa loro arrivasse il lupo o dei cervi. Accetterebbero di vedere distruggere tutto per il bene degli animali? Ma siccome le attività messe in ginocchio sono le nostre se ne infischiano. È grazie a loro se siamo in preda a un aumento esponenziale degli ungulati e se i boschi sono sempre più in abbandono. Sono una minoranza molto rumorosa. E la politica, purtroppo, corre dietro ai rumori. Però attenzione: finora gli allevatori hanno taciuto, ma un domani potrebbero cominciare a far partire denunce anche loro”.

Donazzolo si dice amareggiato dal fatto che gli allevatori sono sempre più abbandonati a sé stessi: “Un associato di Confagricoltura, Alessandro Fullin, è alla quarta predazione in Alpago: quindici giorni fa le sue pecore sono state di nuovo predate dal lupo. Le pecore d’Alpago sono a rischio estinzione. Quanti, ancora, resisteranno in queste condizioni? Non guidiamo più attività economiche, ma attività dedite alla sopravvivenza. E gli ambientalisti vogliono toglierci anche l’ultimo pezzo di pane, pensando che con quattro soldi di risarcimenti si possa ricostruire un gregge. Se pochi anni fa stavamo gioendo per un ritorno all’agricoltura, adesso possiamo dire che siamo alle battute finali, perché lupi, cervi e cinghiali ci hanno dato l’ultima mazzata. Mi dispiace per i giovani che vorrebbero costruirsi un futuro, ma la vedo dura per le nostre imprese che hanno investito e, una dopo l’altra, stanno chiudendo. Voglio vedere quando queste attività non si saranno più chi pagherà i danni. Vivremo tutti di reddito di cittadinanza?”.

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