Succede a Siena nel 2020. Maiale di cinta senese cade da camion e finisce nel paradiso degli animalisti

Un maiale cade da un camion durante il trasporto, finisce in un “paradiso” per animali e scampa al mattatoio. Sembra il trailer di un fantasy, ma è invece ciò che è successo a Siena, un territorio tradizionalmente famoso per gli allevamenti di qualità e per i prelibati salumi locali.

Ricordate l’affresco Effetti del Buon Governo in campagna di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo pubblico di Siena, con le cinte senesi al pascolo? Ecco, nel 2020, le cose possono andare anche diversamente.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo agli inizi di luglio. Il maiale, una femmina di pregiata razza di cinta senese, nato ed allevato per uno scopo ben preciso, cade da un camion a Costalpino alle porte di Siena. Interviene la polizia che – come riporta agenziaimpress.it – prende con una corda il maiale, per metterlo in salvo ed in sicurezza, in modo che non tornasse sulla strada mettendo in pericolo sé stesso e la circolazione.

Invani, all’epoca dei fatti, sono stati i tentativi dei poliziotti di rintracciarne il proprietario, dato anche che l’animale non aveva né bolli né tatuaggi o altri simboli che lo riconducessero ad un allevamento o ad un privato.

Sembra essere proprio questo il motivo per cui il maiale non è stato cercato dal proprietario dopo il volo dal camion. Era senza i consueti bolli e quindi non iscritto al registro genealogico, per cui il proprietario avrà preferito rinunciare al guadagno della vendita dell’animale senza rischiare di andare incontro alle sanzioni previste. In condizioni regolari, un qualunque allevatore non avrebbe mai perso un maiale per strada, e nel caso fosse successo si sarebbe subito messo alla sua ricerca. I sacrifici ed i costi che gli allevatori fanno giorno dopo giorno non sono pochi, ed il mancato fatturato di un capo già adulto di cinta senese non è giustificabile per una distrazione. Tanto più che per arrivare a recuperare una razza di pregio come la cinta, praticamente scomparsa solo pochi decenni fa, c’è un grande impegno in primis degli allevatori della provincia di Siena, ma anche delle istituzioni a tutti i livelli, del mondo della ricerca, per avere oggi un prodotto sempre più apprezzato e ricercato dai consumatori e amanti dei sapori autentici.

Un maiale senza padrone che poteva essere macellato e quindi la carne ed i salumi potevano essere donati ai bisognosi, magari ad una mensa pubblica, a qualche caritas, o a chi ne avesse fatto richiesta. Ma non è andata così.

Dopo qualche mese, infatti, in cui il maiale è stato da un allevatore in provincia di Siena, ecco la svolta. Il maiale, che fra l’altro è stato chiamato Senia (in onore alla città dove è avvenuto l’episodio), dopo l’interesse di associazioni animaliste, stato affidato dal Comune di Siena ad una associazione, ed è finito in un paradiso degli animali, in un agriturismo in Val d’Orcia (a Castiglione d’Orcia), – si legge in una nota stampa – “che ospita sessanta animali salvati dallo sfruttamento e da una morte violenta nei mattatoi”.

Secondo quanto scritto il maiale – definito “ribelle” – ha deciso lui stesso di saltare dal camion per guadagnarsi la “libertà”. Insomma, la fantasia non manca, e così oggi questo bel capo di cinta senese è diventato un animale da compagnia. Morirà di vecchiaia.

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