Un litro d’olio extravergine a 2,75 euro. Lo sfogo di Matteo Bartolini (Cia Umbria): offerte Gdo distruggono l’economia dei piccoli produttori

Ogni anno la stessa storia. Olio extravergine d’oliva a meno di 3 euro sugli scaffali.

Che poi siano 2,75 euro al litro, o 50 centesimi in più o in meno cambia poco. Dipende dalla singola Gdo e dall’offerta del momento. Il prezzo di una bottiglia da 1 litro di olio extravergine d’oliva prodotto da un’azienda agricola, in un territorio particolarmente vocato come l’Umbria, dovrebbe partire dai 11-12 per permettere una minima remunerazione all’agricoltore che lo produce. Ed invece, non sempre la realtà va così.

E allora, tanto vale allo stesso prezzo di un litro d’olio della Gdo, acquistare accendini. La provocazione arriva da Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori Italiani Umbria e dinamico imprenditore agricolo.

«Se una bottiglia di vetro costa 70 centesimi (vedi foto sotto), più il costo del trasporto e senza considerare il costo del tappo e delle etichette – commenta Bartolini -, come può costare 1 litro di olio 2,75 euro???

Durante la raccolta delle olive, nel meraviglioso periodo dell’olio nuovo, la grande distribuzione assieme ad aziende olearie promuovono offerte che hanno lo scopo di distruggere l’economia delle piccole aziende, dei piccoli olivicoltori e di tutti coloro che durante l’anno curano gli olivi, proteggendoli da gelate, da mosche o altri parassiti creando al tempo stesso esternalità positive ambientali vendute poi turisticamente come cartoline da tutti i settori economici».

«Ora chiedo anche a voi consumatori, siete consapevoli che ogni volta che fate la spesa contribuite a sostenere o distruggere un determinato modello economico??? Io suggerirò ai miei associati di fare un investimento in accendini (non a caso più cari di un litro d’olio) e di fare un bel falò nei loro uliveti».

 

 

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