Coronavirus. Copagri Lombardia: blocco attività venatorie incrementa danni fauna selvatica e rischi per salute

MILANO – “Il blocco delle attività venatorie, legato alle misure restrittive messe in campo dal Governo per contenere gli effetti della pandemia del Coronavirus, sta portando al proliferare incontrollato della fauna selvatica, che a sua volta fa sì che si verifichi un aumento esponenziale degli episodi legati ai danni causati da nutrie e ungulati, in particolare cinghiali”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere.

“Per queste ragioni, facciamo nostro l’appello rivolto al Governo dagli assessori all’agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi e del Piemonte Marco Protopapa, affinché venga riaperta la caccia e sia consentita l’attività venatoria; è oltremodo urgente, infatti, andare a colmare questa grave lacuna, legata alla interpretazione delle norme nazionali, che rischia di aggravare il già ingente bilancio dei danni a carico dell’economia del Paese e della nostra agricoltura, messa alle corde dalla pandemia in atto”, continua Cavaliere.

“Una gestione incontrollata delle specie faunistiche invasive, oltre a rappresentare un concreto pericolo per le produzioni agricole, comporta numerose problematiche di carattere igienico-sanitario e mette a rischio la pubblica incolumità, come dimostrano numerosi tristi e recenti episodi di cronaca, legati alle sempre più frequenti scorribande della fauna selvatica nei campi e addirittura a ridosso dei centri cittadini”, aggiunge il presidente della Copagri Lombardia.

“Consentire quindi la caccia, al pari di altre attività all’aperto attualmente permesse, quali quella motoria o quella sportiva, permetterebbe di contribuire concretamente al contenimento delle specie invasive, con conseguenti ed evidenti benefici in termini di difesa delle produzioni agricole e della pubblica incolumità”, aggiunge

“Vale la pena di ricordare, infine, che la questione è resa ancor più grave dal fatto che tali problematiche vanno ad aggiungersi alle non poche difficoltà legate alla pandemia del Coronavirus, andando a erodere ulteriormente la già provata redditività dei produttori agricoli”, conclude Cavaliere, auspicando un intervento chiarificatore del Governo nelle FAQ di Palazzo Chigi o in un futuro provvedimento.

 

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