Il Covid mette alla prova le fiere italiane. Un comparto che vale 60 miliardi di euro, 12 di indotto e 20 milioni di visitatori

Un giro di affari di 60 miliardi di euro che vengono conclusi ogni anno durante le fiere. Il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche. Il 75,3% delle imprese vede nella fiera uno strumento fondamentale per il proprio sviluppo, utile al contatto diretto con il mercato e alla comunicazione della competenza aziendale in fase di ricerca attiva del potenziale acquirente.

Un settore con 200.000 imprese italiane che partecipano ogni anno alle manifestazioni fieristiche, coinvolgendo più di 20.000.000 operatori provenienti dall’Italia e da tutti i paesi del mondo. Erano questi i numeri pre Covid-19 di un comparto tra i più produttivi del Paese e che in soli otto mesi, invece, deve necessariamente fare i conti con una crisi che, a causa della pandemia, si è fatta sentire in tutta la sua drammaticità.

Questa settimana abbiamo parlato ad Effetto Covid delle FIERE ITALIANE DELL’AGRICOLTURA NELL’ANNO DELLA PANDEMIA in compagnia di Maurizio Danese, presidente AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere italiane), Roberto Biloni, presidente CremonaFiere, Simona Rapastella, Direttore Generale FederUnacoma, Luciano Rizzi, Exhibition Manager Agriexpo & Technology di Veronafiere, Valter Sirci, responsabile Marketing e Programmazione UmbriaFiere Spa.

Con i protagonisti del comparto fieristico italiano e delle principali fiere agricole nazionale abbiamo parlato di criticità, cause ed effetti della pandemia; ma anche le strategie e le opportunità di rilancio per l’intero settore.

Prima dell’arrivo della pandemia per il 2020 erano previste 947 manifestazioni fieristiche di cui 224 internazionali, 234 nazionali, 400 tra regionali e locali e 89 organizzate all’estero. Delle 224 internazionali i settori interessati erano il tessile (15%); sport, hobby, intrattenimento e arte (11%); food, bevande e ospitalità (11%); gioielli, orologi e accessori (7%); meccanica (6%), agricoltura, silvicoltura e zootecnia (6%). Il 96% delle manifestazioni si svolgono nei quartieri fieristici associati AEFI per un totale di 200.000 espositori totali, 98.000 espositori manifestazioni internazionali, il 28% circa proviene dall’estero per un totale di 20.000.000 di visitatori di cui 13.000.000 visitatori manifestazioni internazionali, il 10% proveniente dall’estero. Si stima un indotto generato dalle fiere di 2 miliardi di primo indotto e oltre 10 di indotto reale sul territorio. Una superficie espositiva di 4.200.000 metri quadrati, di cui 2.304.748 coperti.

Da fine febbraio alla riapertura del 1° settembre 2020. Il settore fieristico è stato tra i primi ad essere fermato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e tra gli ultimi a riaprire. Il blocco ha causato lo spostamento o l’annullamento di 181 manifestazioni italiane tra internazionali (88) e nazionali (93) posticipate o annullate. A queste si aggiungono numerose fiere a carattere regionale e locale.

Dal 1° settembre al 24 ottobre, 112 manifestazioni tra internazionali (43) e nazionali (69) si sono svolte in totale sicurezza e con soddisfazione di espositori e visitatori. Nonostante i numeri più contenuti, le fiere hanno dato un’iniezione di fiducia alle imprese. Considerata la situazione, l’affluenza è stata buona sia per quanto riguarda gli espositori che la presenza degli operatori professionali. Con il DPCM del 24 ottobre sono state annullate – o trasferite solo online 13 manifestazioni internazionali e 46 nazionali che avrebbero dovuto svolgersi nel periodo 26 ottobre – 24 novembre 2020.

 

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