Brexit. Giansanti (Confagricoltura): Si apre una nuova era. Evitati dazi ma serve attenzione

“Un’ottima notizia che arriva a conclusione di un anno particolarmente difficile. E’ stato scongiurato il ridimensionamento delle nostre esportazioni agroalimentari sul mercato britannico e l’insorgere di forti tensioni sui mercati agricoli della UE. Da sottolineare anche la tutela assicurata alle indicazioni geografiche protette”.

E’ la valutazione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sul nuovo accordo raggiunto a Bruxelles che, dal 1° gennaio 2021, regolerà le relazioni commerciali tra Unione europea e Regno Unito.

L’intesa siglata dalla Commissione passa ora al vaglio del Parlamento e del Consiglio Ue.

Senza un accordo, rileva Confagricoltura, le esportazioni agroalimentari della UE – che ammontano a oltre 40 miliardi di euro l’anno – sarebbero state gravate da un dazio doganale medio di circa 20 punti percentuali, con punte fino al 70% per talune produzioni zootecniche. Il valore dei prodotti di settore in arrivo dall’Italia sfiora i 3,5 miliardi.

“Inoltre – aggiunge Giansanti – il ripristino dei controlli alle frontiere avrebbe con tutta probabilità riproposto le lunghe code di automezzi che si sono verificate nei giorni scorsi in prossimità della frontiera con la Francia”.

Dall’inizio dell’anno venturo il Regno Unito uscirà dal mercato unico e dall’unione doganale. “Il Regno Unito sarà a tutti gli effetti un Paese terzo – sottolinea il presidente di Confagricoltura – con alcune sostanziali novità sulle quali dovremo concentrare la nostra attenzione nonostante l’intesa bilaterale”.

“Tutti i prodotti destinati al mercato britannico dovranno essere accompagnati da una dichiarazione doganale e saranno ripristinati i controlli fitosanitari. Aumenteranno quindi gli adempimenti amministrativi e i costi per i nostri operatori”.

“Ai fini della salvaguardia del mercato unico europeo, dovremo poi verificare l’efficace funzionamento del sistema dei controlli sulle merci britanniche destinate all’Irlanda del Nord, dove continueranno a valere le regole della UE. Potrebbero arrivare sui nostri mercati prodotti non conformi agli standard europei”.

“Inoltre, gli accordi commerciali del Regno Unito con i Paesi terzi, già in fase di negoziato, faranno aumentare la concorrenza nei confronti delle nostre produzioni. Dovremo perciò rafforzare le iniziative promozionali e trovare nuovi mercati di sbocco per i prodotti del Made in Italy agroalimentare più apprezzati dai consumatori britannici. Dai vini, all’ortofrutta, formaggi, pasta, riso e olio d’oliva”.

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