Potatura olivo, perché marzo è il mese ideale per farlo e gli errori da evitare

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SIENA – E’ di nuovo tempo di potatura dell’olivo.

Nel mese di marzo è previsto un aumento delle temperature e l’uscita dalle condizione estreme di freddo e ghiaccio, nonché dalle precipitazioni nevose, per cui gli olivicoltori tradizionalmente si possono dedicare a questo fondamentale intervento per una ottimale produttività delle piante.

Occorre però fare i conti con le modificate condizioni stagionali indotte dai cambiamenti climatici che spesso ci confondono le idee o addirittura ci portano “fuori strada”, inducendoci a fare errori molto gravi.

L’olivo, essendo una pianta sempreverde, per minimizzare i danni da freddo deve trascorrere la fase invernale in stato di quiescenza, in cui può meglio resistere agli abbassamenti termici che mal sopporterebbe in vegetazione, avendo una origine dell’areale mediterraneo.

Sempre più spesso però ci troviamo a affrontare periodi di caldo e bel tempo in pieno inverno che inducono il risveglio delle piante che poi possono subire maggiori danni dai possibili repentini ritorni di freddo e ghiaccio nella stagione primaverile. Ma non basta.

Ultimamente ha preso piede in molte aziende l’abitudine di iniziare le operazioni di potatura durante le fasi di raccolta o durante i periodi di bel tempo in pieno inverno, non tenendo conto dei maggiori rischi a cui esponiamo le piante potate.

FARE ATTENZIONE

Il potino previdente si muove con cautela, deve stare sempre in guardia e non anticipare troppo le operazioni di potatura, in periodi anomali, in quanto i tagli stimolano ulteriormente l’entrata in vegetazione della pianta e quindi appunto si aumentano le probabilità di danno alla chioma.

Inoltre in caso di uno sbalzo di temperatura i danni da freddo al legno delle piante potate in presenza di ferite sarebbero ancor più accentuati (maggiori sono le dimensioni del taglio, maggiori sono i rischi).

Va ricordato che proprio la determinazione del giusto periodo in cui effettuare l’attività della potatura, insieme a quello della fertilizzazione sono strumenti utili per poter contrastare i cambiamenti climatici nei nostri oliveti. Rimandando alla fine dell’inverno questo periodo, facendo di fatto una “potatura ritardata” ed effettuare gli interventi con la vegetazione ben asciutta può veramente aiutarci ad avere piante più sane e produttive.

Tutte le operazioni di potatura devono essere svolte rispettando l’equilibrio fisiologico delle piante

Occorre ridurre al minimo gli interventi sulla base delle reali esigenze dell’albero in funzione dell’età, della forma di allevamento, della produttività e della modalità di raccolta dell’azienda.

Gli interventi devono essere rivolti a tenere la chioma della pianta alla giusta altezza e densità e mantenendo elevata e costante la produzione negli anni.

Tagli indiscriminati e intensi, se non in casi eccezionali di potatura di riforma o di risanamento, mortificano la struttura e la chioma della pianta, abbassandone il potenziale produttivo e aumentando le spese di gestione dell’oliveto. Allora, prima di iniziare a tagliare, fermiamoci un momento ad “ascoltare” i nostri olivi e cerchiamo di capire le loro e le nostre reali esigenze.

LE REGOLE SECONDO NIZZI GRIFI (1955)

 

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