Mostra Frisona e Jersey. ANAFIJ si sposta a Montichiari e Cremona si ribella: scelta inspiegabile, difenderemo il territorio

CREMONA – Dopo la decisione di ANAFIJ (Associazione Nazionale Allevatori della Razza Frisona e Jersey Italiana) di spostarsi alla Fiera di Montichiari, a partire dalla 69esima Mostra Nazionale, non si è fatta attendere la risposta da Cremona.

La decisione di Anafij – sottolinea in una nota Cremonafiere – giunge di sorpresa e inspiegabile, stando anche alla decisione unilaterale che l’associazione ha preso di non organizzare la mostra del 2020 e di spostarla per gli anni successivi a Montichiari senza mai interpellare Cremona Fiere, lo storico partner con il quale era stato da decenni allacciato un efficiente e proficuo rapporto di collaborazione.

L’intera vicenda, insieme alla presentazione del nostro piano di sviluppo, sarà oggetto di discussione anche presso i Ministeri di competenza per il tramite di rappresentanti politici territoriali.

E’ stato chiesto un appuntamento urgente al presidente Fontana e agli assessori di riferimento della Regione Lombardia (Fabio Rolfi per l’Agricoltura e Guido Guidesi per lo Sviluppo economico) che lo hanno tempestivamente concesso giovedì scorso. Si è parlato della centralità e del ruolo strategico di Cremona nei settori di riferimento delle manifestazioni organizzate da Cremona Fiere, tra cui quello agro-zootecnico e quello liutario.

Tema centrale dell’incontro è stato il rilancio della Fiera, partendo dalle linee indicate nel piano di sviluppo e già presentate in precedenza e già condiviso con gli assessori regionali. Ovviamente nell’incontro sono state evidenziate le forti ricadute negative che l’iniziativa di Anafij avrà sul nostro territorio. Infatti, non si tratta ‘solo’ di una questione che riguarda la Fiera, ma coinvolge tutto il nostro sistema economico, pensiamo in particolare la filiera turistico ricettiva così duramente provata dalla pandemia. Basti pensare che ogni euro di fatturato dalla fiera genera una ricaduta in termini di indotto sul territorio pari a 13 volte tanto, si parla quindi di 50 milioni di euro all’anno.

Quindi CremonaFiere tiene a sottolineare che:

La Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona, giunta alla 75^ edizione, ha sempre ospitato la Mostra Nazionale Frisona, ed è nel tempo divenuta il punto di riferimento nazionale e internazionale per l’agrozootecnia moderna, capace di rappresentare efficacemente l’eccellenza del modello produttivo nazionale, tanto da essere parte del Piano di Promozione del Made in Italy del Governo insieme all’altra eccellenza CremonaMusica. Ma non solo, l’intero territorio è sempre più vocato allo sviluppo del sistema agroalimentare, valorizzando e investendo su tutta la filiera, come ad esempio con: il nuovo Campus Santa Monica dell’Università Cattolica per corsi di laurea in ambito agroalimentare e della food economics e il nuovo corso di laurea magistrale Livestock and Agro green Innovation realizzato dalla collaborazione fra Università Cattolica e Politecnico di Milano, oltre all’osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano con cui le Fiere Zootecniche collaborano da anni.

La storia della fiera del bovino (così la chiamano tutti, anche gli allevatori stranieri) è anche frutto della combinazione di numerosi elementi, tra cui: centralità del territorio nella produzione di latte nazionale; rinnovamento del format nel corso degli anni per proporre sempre nuove soluzioni per gli operatori e per essere attrattivi dal punto di vista internazionale; promozione e incoming buyer dai principali mercati (nel 2019 26 delegazioni ufficiali e visitatori da 45 paesi); calendario tecnico scientifico d’altissimo livello (117 eventi nel 2019) realizzato con le principali realtà del settore (università, centri di ricerca, istituzioni); mostra zootecnica del meglio della genetica nazionale; territorio vocato alla formazione tecnica e universitaria. Lo scorso anno a causa della pandemia Cremonafiere ha riprogrammato più volte il format della Manifestazione, giungendo alla Special Edition – unica nel suo genere, esclusivamente online, nella quale sono stati realizzati 22 eventi, incontri e presentazioni di paesi esteri – ed una mostra zootecnica online in cui sono stati coinvolti 52 allevamenti da tutto il territorio nazionale con 300 capi iscritti. Il Consiglio d’amministrazione della Fiera ha deciso di non abbandonare il settore, di accogliere l’appello degli allevatori e di continuare a garantire una vetrina sul mondo al nostro sistema allevatoriale oltre che mantenere il programma scientifico che contraddistingue la manifestazione, dando una visione sul settore e opportunità d’affari anche in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. Cremonafiere ha dunque interpretato fino in fondo il ruolo di fiera di riferimento del territorio, investendo senza indugio tutto quello che poteva per rimanere al fianco del settore. Per tutte queste ragioni la decisione di Anafij appare inspiegabile. Ricordiamo però che l’edizione speciale delle Fiere Zootecniche 2020 ha lanciato lo slogan #LAZOOTECNIANONSIFERMA ed oggi più che mai l’unità e la compattezza del territorio cremonese con le sue eccellenze ribadiscono che anche #CREMONANONSIFERMA.

Provincia e Camera di Commercio: “Difendiamo la nostra Fiera”

“Questa vicenda non può passare inosservata – ha commentato il presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni –. Da sempre i territori ed i loro sistemi lavorano in sinergia. Non capiamo questo strappo, considerate anche le consolidate relazioni con Anafij. Distogliere da Cremona una secolare vocazione e tradizione collegata anche alla Mostra nazionale sarebbe ed è un grande danno al sistema locale, alle imprese, all’indotto ed al mondo agro-zootecnico ed agricolo. E non parlo solo a livello economico, ma anche occupazionale proprio in questo delicato momento e nella particolare congiuntura in cui ci troviamo. Inoltre, questa decisione andrebbe anche in controtendenza con le scelte regionali di avviare, come è avviata, una filiera di eccellenza accademica, nella ricerca e nell’innovazione collegata all’Agrifood e all’hub universitario presente in provincia di Cremona. Questi orientamenti e queste scelte di distogliere da Cremona tutto ciò, sono quindi non solo criticabili, ma ci vedranno primi attori nel diffondere una profonda riflessione a vari livelli e con la stessa Regione”.

Il commissario della Camera di Commercio, Gian Domenico Auricchio, ha dichiarato: “La Camera di Commercio ha sempre sostenuto la Fiera di Cremona, fondamentale driver di sviluppo del nostro territorio. E’ un’eccellenza che va tutelata e rilanciata. Penso che per uscire dalla crisi conseguente alla pandemia dobbiamo operare tutti in logica sinergica, cercando collaborazioni fra territori della stessa regione e della stessa nazione, in modo da competere efficacemente sul mercato internazionale. Le contrapposizioni danneggiano tutti, causano frammentazioni e rischiano di rendere marginali le nostre eccellenze. Alla fine, favoriscono i nostri competitor a livello europeo, in questo caso la fiera di Hannover”.

Galimberti: “Scelta sbagliata e miope”

Anche il sindaco, Gianluca Galimberti, difende a spada tratta la Fiera di Cremona e non ricorre a giri di parole per criticare la scelta del trasloco della Mostra nazionale della Frisona da Cremona a Montichiari: “Il Comune, la Camera di Commercio e la Provincia di Cremona sono compatti nella difesa del settore agro-zootecnico del territorio cremonese che ha sempre avuto nell’evento internazionale delle Fiere zootecniche una sua punta di diamante. La scelta fatta da Anafij di spostare la Mostra a Montichiari è sbagliata e miope, non ci sono altre parole per definirla. Ma se in queste ore si sente parlare della nostra debolezza, io voglio parlare della nostra forza! Siamo forti e più forti anche di queste scelte. In questi mesi i vertici della Fiera hanno preparato un piano di rilancio. Gli enti pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio, che hanno sostenuto anche economicamente la Fiera lo scorso anno, continueranno a farlo quest’anno. E in questi anni abbiamo fatto di più, insieme: abbiamo lavorato per il sostegno alla nostra Fiera anche con importantissimi progetti territoriali di sostegno alla zootecnia, all’agroalimentare, al loro sviluppo e alla loro promozione. Le Fiere anche quest’anno si faranno e lavoreremo perché siano di altissimo livello! Ma ora occorre che Regione dia seguito a quello che i suoi assessori ci hanno assicurato, ovvero che abbiamo ragione e che sosterranno il piano di Cremona: Regione sostenga anche economicamente il piano di sviluppo che è stato predisposto dal Cda della Fiera di Cremona. Nel frattempo i contatti con il Governo sono in atto. Perché la Fiera di Cremona è un patrimonio del territorio, della Regione e del Paese. Se scelte come quelle che abbiamo visto con Montichiari indeboliscono gravemente tutto il sistema lombardo e nazionale, noi dimostreremo di esser più forti e tutto il territorio, siamo sicuri, sarà coeso e concorde in questo lavoro comune”.

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