Frantoio Italia, lo stock di olio a gennaio ammonta a 350 mila tonnellate

ROMA – Al 31 gennaio di quest’anno sfiorano le 350 mila tonnellate le scorte di olio disponibile in Italia.

LA SINTESI DI FRANTOIO ITALIA

Si tratta in prevalenza olio sfuso (90%), extra vergine di oliva (71,5%), proveniente in maggioranza da olive coltivate sul territorio nazionale e solo per un terzo di origine comunitaria.  È quanto emerge in estrema sintesi dall’ultimo report ICQRF, compilato sulla base dei dati contenuti nei registri telematici dell’olio.

Il peso delle DOP e delle IGP sul totale degli stock risulta limitato al 6,5% – poco più del 9% se si considera solo il segmento degli EVO – di riflesso alla loro scarsa incidenza a livello produttivo.  Si tratta complessivamente di un quantitativo di poco inferiore ai 25 milioni di litri che risulta concentrato tra le prime 20 indicazioni.  Tra queste la DOP Terra di Bari rappresenta da sola quasi il 40% delle giacenze di olio potenzialmente commercializzabile con il bollino comunitario. Segue il l’IGP Toscano con un peso del 13%, la DOP Val di Mazara con quasi il 10%, e l’IGP Sicilia con poco più del 9%.

Con 38 mila tonnellate, l’extravergine biologico pesa invece l’11% sul totale dell’olio detenuto in Italia e il 15% dell’EVO.

A livello geografico, oltre la metà della giacenza nazionale di olio di oliva (53%) è presente nelle regioni del Sud Italia, con il significativo contributo delle regioni Puglia e Calabria (36% e 9%, rispettivamente), e delle province di Bari (17%), Perugia (10%), Barletta-Andria-Trani (10,3%).

Quanto all’evoluzione degli stock le giacenze di olio risultano nel complesso inferiori del 4% rispetto al 31 gennaio 2020, per effetto della flessione degli EVO (-3,6%). In quest’ambito la consistente riduzione del prodotto di origine italiana (-15%) è parzialmente controbilanciata dall’aumento di prodotto di origine UE (+20%).

Da evidenziare le maggiori quantità in giacenza di olio di oliva e raffinato (+25%) e le minori quantità di olio di sansa di oliva (-8%), di olio lampante (-6%) e di olio di oliva vergine (-26,5%).

Rispetto al 31 dicembre 2020, è stato registrato un leggero aumento delle giacenze complessive (+4%), dovuto principalmente all’olio EVO (+3,4%) e al lampante (+22%)

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