Prosciutto Toscano Dop. Viani: Così il Made in Tuscany fa il giro del mondo. E diciamo no al Nutriscore

VIANI

FIRENZE – Dopo un 2020 caratterizzato dall’emergenza Covid e dalle chiusure della ristorazione che ha fortemente penalizzato il canale ho.re.ca, il Prosciutto Toscano Dop è pronto a riprendere la sua crescita sui mercati italiani ed internazionali, puntando, come sempre sulla qualità e salubrità.

Ne abbiamo parlato con il presidente del Consorzio di Tutela del Prosciutto Toscano Dop, Fabio Viani

Si guarda già ai numeri del 2021. Quali le aspettative, presidente Viani?

Difficile fare previsioni: per il 2021, puntiamo prudenzialmente a confermare i livelli produttivi del 2020 e a migliorare leggermente le performance economiche. In Italia, confidiamo nella graduale ripresa del canale ho.re.ca., a partire dal secondo semestre; nel caso dell’export, segnali positivi arrivano dal Nord America, con un incremento degli ordini negli Stati Uniti, dove il Prosciutto Toscano DOP è commercializzato da cinque anni, e in Canada. In questi Paesi, infatti, la campagna vaccinale sta procedendo a ritmi sostenuti.

Quali sono stati i provvedimenti per ovviare alla pandemia a livello di mercato?

In realtà le nostre aziende non si sono mai fermate e anzi, grazie anche alla nostra organizzazione non abbiamo avuto particolari problemi ad adeguare alle normative Covid-19 i nostri ambienti di lavoro. A livello di marketing abbiamo avviato un nuovo percorso di comunicazione, certo con le attività che possiamo fare al momento, ma contiamo di poter ripartire anche in questo senso.

Il prosciutto toscano: un fenomeno in crescita negli ultimi anni, quali sono i segreti del successo?

Innanzi tutto la salubrità del prodotto stesso: da disciplinare utilizziamo solo ingredienti naturali per la realizzazione di un prodotto che si adatta alle diete di tutti, dai bambini agli sportivi. Abbiamo inoltre cercato di sfatare il mito del Prosciutto Toscano “salato”: il nostro prodotto è certo saporito, ma il sistema di affinamento lo rende un prosciutto delicato e abbinabile anche a vini di qualità, rossi soprattutto.

Inoltre abbiamo cercato di raccontare il vero valore aggiunto del nostro prodotto: la Toscana, perché le nostre aziende si trovano in zone della regione più amata al mondo che sono uniche. Inoltre la sua storicità che ci riporta a Caterina de Medici che alla corte di Francia, tra le tante prelibatezze toscane, aveva sempre un prosciutto da far tagliare.

Una partita importante è quella dell’etichettatura unica che verrà adottata nei Paesi dell’Unione a partire dal 2022.

Il Consorzio del Prosciutto Toscano DOP è totalmente contrario al sistema Nutriscore. L’etichetta a semaforo, infatti, rischia di penalizzare fortemente un prodotto agroalimentare naturale, di qualità e di grande tradizione come il nostro, fornendo informazioni incomplete e parziali ai consumatori. Sul tema, come Consorzio, siamo in costante dialogo sia con la Regione Toscana sia con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Progetti per il futuro?

Promozione all’estero sicuramente, anche se non ci fermiamo con l’Italia. In questo momento stiamo lavorando con Canada e Usa, dove era in programma un progetto di “Cut & Share” che ci avrebbe portato a “spasso” per diverse città, ma lo abbiamo trasformato in webinar a distanza. Insomma, stiamo portando la Toscana in giro per il mondo.

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