Ambiente, dal convegno di Upa Siena un messaggio inequivocabile: far vivere le api è un imperativo per l’umanità

Api in un'arnia

SIENA – Giovedì 22 Aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra si è svolto il convegno on line dal titolo API, sentinelle dell’ambiente sulla pagina FB Confagricoltura Siena, organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena.

Una mattinata con apicoltori, docenti universitari, esperti e associazioni apistiche per discutere sull’importanza che hanno le api nella conservazione della natura e della biodiversità.

Nicola Ciuffi, Presidente Unione Provinciale Agricoltori di Siena, ha introdotto l’evento, secondo il quale “i veri agricoltori di un tempo non sottovalutavano la presenza delle api, perché non erano solo garanzia della capacità di impollinazione, ma rappresentavano un simbolo che ora definiamo eco sostenibilità. Mentre allora era una consuetudine scontata che adesso cerchiamo di reintrodurre”. La sostenibilità, quindi è da ricercare nel passato.  Dopo il presidente abbiamo ascoltato anche le parole del Direttore UPA Siena, Gianluca Cavicchioli, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa il cui scopo è la sensibilizzazione di un argomento quanto mai fondamentale per l’intero Pianeta Terra. “Non vorremmo che l’evento fosse legato ad un interesse del momento, ma che sia un qualcosa di strutturale e che possa trovare spazio nella politica, nelle norme nazionali  e regionali. Vogliamo che l’apicoltura venga considerata un‘attività qualificata, professionalizzata e in quanto tale meritevole di tutte le attenzioni necessarie”.

Dopo i saluti istituzionali è stato lasciato spazio alle esperienze degli apicoltori. Infatti, tra le aziende ospitate vi era Rocca delle Macìe del Chianti Classico, rappresentata da Daniela Maccaferri, che ci ha presentato una realtà che da sempre, di generazione in generazione, è attenta alla produzione del miele e alla cura delle api. Interessante anche il progetto a cui Maccaferri si sta dedicando, ovvero la creazione di una stanza dedicata alla didattica, ricca di fotografie di api, totalmente pensata ai bambini. Perché “è importante trasmettere queste cose, alcuni insegnamenti vanno inculcati sin da giovani. E non si sa mai, potrebbero nascere nuovi apicoltori”. Dopodiché è intervenuto Michele Manelli dell’Azienda Salcheto di Montepulciano. Ci ha raccontato cosa ha significato trovare nell’ape una collaboratrice, “una grande opportunità che si è trasformata in benefici di carattere ambientale, ma anche sul nostro lavoro”. La scelta di dedicarsi oltre che alla viticoltura anche all’apicoltura, per Manelli è stata dettata dal fatto di poter contribuire alla salvaguardia dell’ecosistema.

La prima sessione dei lavori si è aperta con Massimo Nepi, Professore Associato di Botanica Generale Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Siena, che è intervenuto su “Produzione di miele e cambiamenti climatici: e se il problema fossero le piante?”. L’aumento della temperatura media del pianeta e dei periodi di siccità hanno un’influenza sulla piante e in particolare sulla produzione di miele.  Abbiamo visto come gli effetti sono diretti sugli organismi, ma anche sulle loro interazioni, che in questo caso, parlando di api, sono i fiori. Molto interessante la scoperta del contenuto del nettare di arancio in quanto, come ci ha spiegato il professor Nepi “presenta una piccola quantità di caffeina che aumenta la capacità di memoria nelle api da miele. Infatti devono ricordarsi tantissime informazioni sull’ambiente, proprio per favorire il processo di impollinazione”. Le piante stanno cambiando il loro calendario di fioritura e queste variazioni sono una risposta al clima che cambia. Anche gli insetti sono sensibili al cambiamento, ma non è detto che rispondano allo stesso modo. C’è il rischio che i fiori mettano il polline a disposizione quando le api non sono ancora pronte a raccoglierlo e questo compromette le loro capacità riproduttive, le rende meno attive e più vulnerabili ai parassiti. Con l’aumento della temperatura anche il nettare subisce dei cambiamenti, sia la quantità sia la sua viscosità, rendendo molto difficile alle api poterlo succhiare per nutrirsi. La prima sessione si è conclusa con Tiziano Gardi, Professore Aggregato, Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali, Università degli Studi di Perugia, che ha illustrato la “Sostenibilità in apicoltura e salvaguardia dell’ape autoctona italiana per le produzioni di elevata qualità”. L’attenzione dunque si è focalizzata sull’ape della sottospecie autoctona, che già dai primi tepori primaverili riesce a sfruttare le prime fioriture. Inoltre, le api regine della sottospecie ligustica sono considerate le più prolifere del mondo, tanto che questa razza è stata definita ‘’ape d’oro’’ per via delle sue produzioni, ma che purtroppo, troppo spesso viene dimenticata dagli apicoltori. “È sbagliato cercare di adattare questi insetti alle nostre esigenze, siamo noi che dobbiamo adattarci a loro. E questo andando anche a creare un’azienda che permetta in primis di poter riprodurre il materiale genetico per proprio conto perché  è di fondamentale importanza: l’apicoltore come l’agricoltore deve essere il primo custode dell’ambiente.” In merito alla sostenibilità ambientale e alla Giornata della Terra, “se non iniziamo a salvaguardare e valorizzare l’ape autoctona nella sua biodiversità territoriale, non riusciremo più a far produzioni e assicurare la conservazione della biodiversità del nostro Pianeta e della nostra Italia.” Infatti sappiamo bene che l’Italia non è un paese industriale, bensì un paese agricolo e turistico, caratteristiche che riusciamo a conservare grazie all’attività degli agricoltori e degli apicoltori. Infine il prof. Gardi ha affermato che “fare l’apicoltore non vuol dire solo fare miele, ma in primis vuol dire garantire il territorio”.

La seconda sessione di lavoro si aperta su “Aspetti normativi della Legge regionale n. 49/2018 – Disposizioni per lo svolgimento dell’apicoltura e per la tutela delle api. Modifiche alla l.r. 21/2009” con Gennaro Giliberti, Responsabile del settore Produzioni Agricole, Vegetali e Zootecniche – Regione Toscana. Non è un mistero che gli agricoltori italiani siano soggiogati da un carico burocratico notevole. Giliberti ha dichiarato che la novità sostanziale della legge n 49/2018 che è andata a sostituire la legge regionale 21/2009 sta “nell’individuazione di una demarcazione tra ciò che è autoconsumo e ciò che non lo è. Siamo una delle poche regioni in Italia ad aver individuato questo limite e questo tranquillizza notevolmente gli apicoltori perché fa chiarezza rispetto ad una situazione che era piuttosto incerta e lasciata alla libera interpretazione”. Infatti, prima di questa modifica, l’apicoltore non sapeva se era un professionista o un hobbista o se doveva adempiere a una particolare disposizione. Da parte degli apicoltori è fondamentale effettuare annualmente il censimento e la denuncia del numero di alveari posseduti, perché consente di portare i dati al Ministero dell’agricoltura e attraverso di esso alla Commissione Europea, per avere un certo budget di risorse a disposizione. L’anagrafe apistica nazionale, come è stato spiegato poi nell’intervento successivo eseguito da Monica Chiara Scordino, Veterinario Dirigente di Sanità Animale dell’Az. Usl Toscana Sud Est, si basa sulle denunce annuali degli alveari, sull’assegnazione di un codice univoco identificativo e sulla registrazione dei dati nella banca dati. La dott.ssa Scordino ha contribuito a fare maggiore chiarezza su “Le procedure di registrazione in ambito sanitario” essendoci a volte molta confusione tra gli apicoltori. È stato ricordato anche in questa occasione l’importanza del censimento che deve essere effettuato tra novembre e dicembre di ogni anno, ma un altro aspetto da non dimenticare è il cartello identificativo, che deve essere ben visibile con caratteristiche ben precise e in prossimità di ogni apiario.

Marco Pietropaoli dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana salute con il suo intervento dal titolo “Api: sentinelle dell’inquinamento ambientale”ci ha parlato in particolar modo di un progetto portato avanti dall’istituto IZSLT con lo scopo di predisporre le linee guida per la rilevazione della contaminazione ambientale tramite le api e i prodotti dell’alveare. Hanno testato quindi quali fossero le matrici migliori per l’alveare da utilizzare per fare il monitoraggio ambientale delle molecole inquinanti. E quello che è emerso dalla ricerca è che le api rappresentano un ottimo indicatore ambientale per i materiali pesanti, come per esempio il cadmio. Anche l’Europa si è attivata su ricerche con questa finalità, infatti si è resa protagonista di un progetto che vede l’impiego delle api come indicatori dell’uso dei pesticidi nell’ambiente. “L’obiettivo è senza dubbio quello di delineare le linee guida per individuare le api come bioindicatori.” E presto, infatti, saranno pubblicate le prime linee guida europee relative all’impiego di Apis mellifera per la rilevazione dell’uso dei pesticidi.

Dopodiché Alberto Contessi, Presidente Osservatorio Nazionale Miele ci ha presentato “Il quadro nazionale e le iniziative dell’osservatorio”, portando all’attenzione l’oscillante andamento della produzione nazionale del miele, con una media di 15.000 tonnellate all’anno. Per quanto riguarda la qualità del miele, l’osservatorio punta sul concorso “Grandi Mieli d’Italia” e nel 2020 ha presentato ben 1.200 mieli con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente la qualità. “Per la salvaguardia delle api l’Osservatorio si è fatto promotore dell’intesa nazionale per le buone pratiche agricole e la difesa degli impollinatori nel settore sementiero e ortofrutticolo. Alcune delle organizzazione più importanti d’Italia sono riuscite  a porre le linee guide per la salvaguardia degli impollinatori.” Attualmente il tavolo è impegnato nell’elaborazione di una proposta per un innovativo “eco-schema impollinatori”, frutto di un importante e costruttivo confronto fra le rappresentanze agricole e apistiche.

“L’Italia è in cima alle classifiche non solo per quanto riguarda la consistenza del nostro patrimonio apistico, ma anche per il sistema di rilevamento, che è un sistema ufficiale condiviso tra il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole, al quale noi tutti concorriamo ogni giorno per fare in modo di implementare il dato.” Ecco quanto è stato dichiarato da Raffaele Cirone, Presidente Nazionale FAI, Federazione Apicoltori Italiani, il cui titolo dell’intervento ha riguardato le “Considerazioni sullo stato del Patrimonio apistico italiano”. Cirone ha fatto presente che se da un lato si osserva una moria delle api tutt’ora in corso, se non addirittura un’estinzione, dall’altro lato invece c’è un ripresentarsi delle api. Ma sicuramente “il numero certificato degli alveari ci dice chiaramente che abbiamo un trend di crescita che ha un 25% di incremento.” Tra le cose che bisognerebbe fare per gli apicoltori rientra  l’importante riconoscimento del valore dell’impegno che quotidianamente svolgono per mantenere in piedi questo capitale. Gli agricoltori si mostrano sempre più sensibili all’allevamento apistico: “la nuova PAC ci darà delle opportunità in tal senso e lanciamo anche un appello alle organizzazioni agricole affinché da questo processo di confronto costruttivo si possa ottenere un risultato che vada a beneficio di tutta la collettività e a tutela di tutto il patrimonio apistico nazionale.”  In questo senso Cirone si augura che il patrimonio apistico italiano si incrementerà dal punto di vista del numero di alveari, del valore e che venga riconosciuto a chi ha le api, il diritto di avere dei benefici.

Comunicare e saper comunicare la sostenibilità è importante. Antonio Fierro, Presidente Società Cooperativa di Beneficio e Interesse Collettivo ci ha parlato proprio di questo. Il suo intervento, infatti, è stato presentato con il titolo “Le Api, Sostenibilità Ambientale e Sociale, esperienze di promozione del consumo di Miele legato all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Dire di essere sostenibili non ci distingue dalle altre filiere, molti lo affermano, ma non è detto che tutti lo siano veramente. “La sostenibilità un elemento di competitività per la comunicazione e il marketing. C’è chi parla di sostenibilità ambientale, ma in realtà non la pratica.” Per questo si parla di greenwashing, ovvero sostenere che le proprie azioni sono compatibili con la tutela dell’ambiente quando di fatto non lo sono. Fierro ha concluso affermando che “ il 2030 è una data importante anche per l’iniziativa promossa dai cittadini europei che è stata presentata presso la Commissione Europea per la diminuzione dell’uso di pesticidi in agricoltura per ridurre l’impatto sulle api.

Nell’ultimo intervento della mattinata che si è dedicata interamente alle api abbiamo ascoltato Elisabetta Tedeschi, dell’Ufficio di Comunicazione Istituzione e Progetti educativi di CONAPI, nonché la più grande cooperativa di produttori in Italia e probabilmente anche in Europa. Attraverso la produzione del miele, come sappiamo, si svolge un’attività molto importante che è quella dell’impollinazione e del mantenimento della biodiversità. A proposito di ciò, Tedeschi ha sostenuto che “è importante quindi per noi proteggere le api, ma anche trasmettere il messaggio al pubblico. L’obiettivo dei progetti educativi in cui siamo coinvolti è quello di sensibilizzare il più possibile sul fatto che non basta firmare le petizioni, ma bisogna adoperare un cambiamento personale, quotidiano che passa attraverso la conoscenza.” Proprio a questo scopo è stato realizzato un progetto con la collaborazione dell’Università di Bologna che si chiama “Api Orti Urbani”. Al progetto hanno aderito associazioni spontanee di cittadini che si appropriano di aree urbane lasciate in decadenza e creano delle comunità attorno ad una tradizione italiana molto antica in Italia, che è quella dell’orto. “Abbiamo avuto l’idea di fare un monitoraggio ambientale attraverso la presenza degli alveari in queste aree. Quello che è stato rilevato quest’anno, per esempio, è la diminuzione nelle città in esame dei metalli pesanti. Probabilmente è la conseguenza della diminuzione del traffico che si è riscontrato durante la pandemia”.

Si è conclusa così la mattinata svoltasi in occasione della giornata Mondiale della Terra, momento più che mai giusto per pensare anche alle api, sentinelle del benessere ambientale. Dobbiamo molto a questi insetti ed è nostro dover impegnarci affinché continuino a vivere in quanto dalla loro vita dipende la sopravvivenza dell’intero Pianeta.

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