Cia Umbria condivide la protesta dell’assessore regionale Morroni contro la nuova ripartizione dei fondi Psr 2021-22

PERUGIA – CIA-Agricoltori Italiani dell’Umbria si schiera al fianco dell’Assessore regionale Roberto Morroni, per contrastare, insieme ad altre 5 regioni italiane, la proposta di ripartizione delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per il biennio di transizione 2021-2022 lanciata dal ministro Patuanelli.

La proposta del Ministro che penalizza l’Umbria e non solo

Nel piano del ministro è prevista l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi ed il mantenimento del 70% dei parametri storici, me le percentuali vengono ribaltate nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici. La conseguenza, secondo CIA Umbria, sarebbe una perdita di diversi milioni di euro per il territorio regionale che comporta un’inevitabile riduzione del piano di investimenti per le aziende agricole nei prossimi 2 anni; proprio in un momento di grande difficoltà viste le conseguenze economiche provocate dalla pandemia, compresi i ritardi e l’insufficienza cronica dei ristori e, da ultimo, anche il duro colpo della gelata di aprile per cui si stanno ancora quantificando i danni.

Così si annulla l’obiettivo del Psr e aumenta il divario tra nord, sud e centro Italia

Come CIA Umbria, sottolineiamo che non è un caso se la maggior parte delle regioni favorevoli alla proposta di Patuanelli sono quelle del Nord Italia, mentre le 6 regioni che si sono opposte sono del Sud e Centro: Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Umbria. “Se una parte della ripartizione dei fondi – conclude Bartolini – è legata, come sembra, agli aiuti storici e l’altra alla Produzione Lorda Vendibile (PLV), viene meno la funzione stessa del PSR, che ha come obiettivo quello di migliorare le capacità economiche e reddituali delle aziende agricole e l’inclusione sociale, specie nelle aree rurali meno sviluppate. In questo modo, invece, verrebbero incrementate le risorse economiche solo per quelle regioni che hanno già una certa forza imprenditoriale nel settore primario con un numero alto di imprese agricole, mentre si penalizzano quelle dove il comparto agricolo è già piuttosto debole. Il rischio è di incrementare il divario digitale, innovativo e tecnologico tra Nord e Sud Italia”.

Mancati investimenti su ricambio generazionale, innovazione e transizione green

Premesso che siamo consapevolmente favorevoli al superamento degli aiuti storici, in una fase come questa – dichiara il presidente CIA Umbria Matteo Bartolini – cambiare l’assetto delle disponibilità finanziarie al PSR, secondo i nuovi criteri proposti dal ministro, ci mette in allarme perché rappresenta un rallentamento, e non certo un incentivo, alla transizione digitale, al rinnovo del parco mezzi, al ricambio generazionale che da tempo si auspica. Ci chiediamo in che modo sarà possibile raggiungere gli obiettivi che l’Europa ci chiede sulla transizione green, ad esempio l’obiettivo del 25% dell’agricoltura biologica nel 2030 se vengono meno risorse fondamentali come l’aiuto alla conversione dei terreni della Mis. 11 del Psr, unitamente all’aiuto per il mantenimento della produzione biologica stessa, che sappiamo essere meno fruttuosa rispetto al convenzionale. Altro esempio, lo abbiamo constatato di recente, sono le calamità naturali che si possono limitare, in parte, solo grazie alle moderne tecnologie; quindi investimenti sulle stazioni meteorologiche nei campi, irrigazione intelligente, utilizzo del satellitare sui trattori. Sono tutti obiettivi che ci chiede anche l’Agenda 2030 dell’ONU e per i quali è necessario avere a disposizione le giuste risorse proprio attraverso il PSR, con particolare riferimento alla Mis. 4 sugli investimenti”.

CIA Umbria, pertanto, si unisce alla mobilitazione della Regione Umbria e della altre regioni, e chiediamo al Governo nazionale di rivedere subito l’attuale piano proposto dal Ministro Patuanelli.

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