Latte, prezzi in calo e costi delle materie prime in forte rialzo

VERONA – Prezzi in calo e costi in aumento. Dopo un 2020 in cui il mercato è stato segnato fortemente dalla pandemia, il settore lattiero caseario torna in affanno a causa dei prezzi di produzione lievitati notevolmente e alle quotazioni del latte che sono nuovamente in discesa a causa dell’emergenza sanitaria e della chiusura pressoché totale del canale Horeca.

A ciò va aggiunta la crescente disaffezione dei consumatori verso il latte vaccino – a causa di campagne mediatiche denigratorie e della promozione del consumo di proteine vegetali – con un calo degli acquisti del 5% annuo.

“L’allevamento della vacca da latte a Verona sta subendo l’ennesima crisi che, rispetto alle precedenti, è certamente più grave perché somma un prezzo assolutamente inadeguato con dei costi per l’alimentazione lievitati a livelli mai visti”, sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona.

“In particolare sono in forte rialzo i prezzi delle materie prime impiegate nell’alimentazione del bestiame, come soia e mais, e dei fertilizzanti. Per converso le quotazioni del latte sono insoddisfacenti, dato che i 36-37 centesimi al litro che ci vengono pagati fanno rimpiangere i prezzi del latte di 25 anni fa, quando il prodotto veniva pagato attorno alle 800 lire al litro con dei costi inferiori. A questo dobbiamo aggiungere i pregiudizi vegani e animalisti  che mettono all’indice gli allevatori come inquinatori, utilizzatori di farmaci proibiti e maltrattatori degli animali, portandoci ogni giorno a porci la domanda se proseguire o no con le nostre attività, oppressi come siamo da uno stato debitorio sempre più grave”.

Le difficoltà del settore zootecnico sono state di recente poste all’attenzione del ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Copragri e alleanza delle cooperative agroalimentari, che hanno sottolineato l’importanza di un settore che, con un fatturato di 16,5 miliardi di euro, rappresenta l’11,5 % del fatturato agroalimentare. “Occorre che la politica non si limiti alle audizioni”, attacca Ferrarese, “ma dia al settore una prospettiva che vada a sorreggere soprattutto le aziende professionali, quelle che producono veramente, più delle esperienze, sia pur meritevoli, del giovane che alleva le 20 capre in montagna”.

I dati di Veneto Agricoltura confermano che la pandemia ha segnato fortemente il settore lattiero caseario. Il prezzo annuo del 2020 è stato di 36,5 centesimi al litro, pari a -6% rispetto al 2019. Tra febbraio e giugno c’è stata una contrazione di circa il 10% per alcuni allevamenti collegati a caseifici specializzati nel fresco. Il numero di allevamenti in Veneto è sceso a 3.013 unità, con un -3,7% rispetto al 2019. In calo del 1,5% anche la produzione di Grana Padano nei caseifici veneti, particolarmente accentuata nelle province di Verona e Padova con -5%.

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