Fragole, il prodotto veronese premiato dal mercato

VERONA – Fragole veronesi in grande recupero dopo una partenza un po’ incerta a causa di un meteo piuttosto instabile. Frutti sani e dolci e tanto prodotto italiano che torna a riempire gli scaffali della grande distribuzione, dopo anni di dominio spagnolo. E i prezzi attualmente sono soddisfacenti: 3,50 euro al chilo.

“La stagione era partita con un po’ di incertezza a causa della stagione anomala: caldo in marzo, freddo in aprile e pure in maggio tempo instabile”, spiega Damiano Valerio, azienda agricola a Raldon, della sezione frutticoltori di Confagricoltura Verona e vicepresidente dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese. “Poi il tempo ci ha più aiutato, con giornate soleggiate e fresche, favorendo la maturazione graduale del prodotto. I frutti sono sani, grandi e molto dolci e a primeggiare sono la Sibilla, che è saporita e ha una brillantezza costante, l’Aprica, che è particolarmente produttiva e l’Anthea. Il prezzo è come quello dell’anno scorso: 3,50 euro al chilo. Un prezzo soddisfacente, che premia la qualità ed è dovuto al fatto che i consumatori premiano sempre di più il prodotto locale. Quest’anno abbiamo surclassato la Spagna e anche la Germania, che ha poco prodotto e ci chiede continuamente di mandare su il nostro, dato che i tedeschi vanno pazzi per i piccoli frutti. Molto bene anche per quanto riguarda la manodopera. Al contrario dell’anno scorso, quando con il lockdown avevamo patito per il blocco delle frontiere, quest’anno i lavoratori dell’Est sono rimasti quasi tutti in loco e abbiamo subito avuto a disposizione il personale per la raccolta”.

Conferma Ilario Ioriatti, figura di riferimento e memoria storica del settore, a capo di Berry Verona, azienda leader nel settore che coltiva e vende piante di oltre 2 anni di lamponi, more, mirtilli, fragole e ribes a vivaisti, aziende agricole e privati: “Attualmente sono la Basilicata e la Campania a rifornire maggiormente la grande distribuzione – spiega -. Verona però sta crescendo, conquistando terreno con la coltivazione sotto tunnel che mantiene l’efficienza della produzione. Inoltre la provincia scaligera si è posizionata in una buona finestra produttiva tra maggio e inizio giugno, cioè quando i piccoli frutti sono finiti in Marocco e al Sud in generale scarseggiano. Poi ci sono i frutti della Lessinia, che maturano per tutto l’arco dell’estate, ma chiaramente di tratta di quantitativi limitati. Un prodotto di nicchia, che però piace molto ai consumatori”.

Un anno in ripresa, dunque, rispetto al 2020, che segnò un calo delle rese produttive dovute sia alla carenza di manodopera che alla minor tenuta qualitativa dei frutti. L’anno scorso calo anche della superficie investita a fragola che nel Veronese è scesa, secondo i dati di Veneto Agricoltura, da 500 a 340 ettari.

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