Pesticidi nei cibi importati, Confeuro: «Un paradosso che l’Europa non può permettersi di ignorare»

ROMA – «In un mondo globalizzato, l’impegno per garantire alimenti sani deve superare i confini nazionali ed europei per estendersi a tutte le produzioni che entrano nei nostri mercati – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Il Pesticide Action Network (Pan) ha nuovamente sollevato il problema della presenza di residui di pesticidi vietati in Europa nei cibi importati da paesi extracomunitari. L’organizzazione denuncia inoltre l’inerzia del Consiglio della Ue, nonostante le promesse di agire per porre rimedio a questo paradosso».

74 pesticidi fuorilegge in 5811 campioni di alimenti

In un’indagine svolta nel 2020, il Pan ha trovato ben 74 pesticidi messi fuori legge dalla Ue in 5.811 campioni di alimenti, spiega Tiso. Sebbene la Commissione europea si sia impegnata a una politica di tolleranza zero sui residui nei cibi importati, il Consiglio della Ue si è rifiutato in questi giorni di intraprendere azioni concrete in questa direzione. «L’Unione europea dispone della forza e dell’autorevolezza necessarie – prosegue Tiso – per imporre precisi standard qualitativi ai grandi distributori che operano nei nostri mercati importando alimenti nel Vecchio continente. La scelta di non agire è quindi prettamente politica e si pone in aperto contrasto con la dichiarata volontà di riformare l’agricoltura europea per favorire una transizione verde. Mentre in Europa si discute di etichette alimentari e delle superfici da destinare al biologico, le produzioni extra continentali rischiano di sfuggire agli standard di sicurezza che il nostro settore agroalimentare è tenuto giustamente a rispettare».

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