Sostenibilità, etichetta e nuovi gusti del consumatore. Il vino italiano è apripista in Europa

vino-nuvole

ROMA – Vino, sostenibilità, nuovi bisogni del consumatore globale e transizione verso il nuovo modello di sviluppo tracciato dal PNRR e dalla Pac.

Sono stati questi, in sintesi, i temi trattati oggi nel corso dell’assemblea generale di Uiv, Unione Italiana Vini.

L’evento organizzato a pochi giorni di distanza dalla formalizzazione del tanto atteso decreto ministeriale che ha istituito la certificazione unitaria di sostenibilità per le aziende vitivinicole, ha chiamato a raccolta il mondo produttivo vinicolo, le istituzioni nazionali e comunitarie e illustri rappresentanti del mondo accademico, per fare il punto sullo stato di salute del settore e le opportunità e le sfide che provengono dal PNRR e dalla Pac.

“Siamo i primi in Europa a produrre vino sostenibile – ha sottolineato Gian Marco Centinaio, Sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole commentando, in apertura della mattinata ricca di contributi, la recente formalizzazione del decreto ministeriale sulla certificazione di sostenibilità per il vino che consentirà ai vini tricolore certificati sostenibili di essere commercializzati, primi in Europa, con un marchio pubblico di riconoscimento. L’Europa chiede sempre più sforzi ai produttori ma possiamo dire che l’Italia del vino è pronta ad affrontare le sfide che ci vengono chieste a livello europeo” ha rimarcato il sottosegretario, sottolineando come il ministero stia lavorando per portare avanti le istanze del settore e rispondere alle richieste dei produttori”.

All’assemblea è intervenuto anche il presidente Comagri l’on. Filippo Gallinella, primo firmatario dell’emendamento al decreto rilancio che ha istituito questo sistema unitario di certificazione ambientale per il vino, che raccoglie, come ha sottolineato lo stesso Gallinella “tutto il lavoro fatto negli ultimi anni dall’intera filiera del vino. Stiamo lavorando – ha chiosato Gallinella – sulle etichette e speriamo di dare risposte efficaci al comparto. L’etichettatura ambientale rimane una tematica ancora aperta ma non vogliamo complicare ulteriormente la vita ai produttori. Rinnovo inoltre la mia disponibilità alla massima collaborazione come dimostra questo importante decreto sulla sostenibilità nel settore del vino che il ministero ha portato avanti”.

“Il rispetto dell’ambiente  –  come ha rimarcato Pierpaolo Penco di Wine Intelligence nell’illustrare i risultati di un’indagine condotta a livello globale sul tema della sostenibilità ambientale del vino – sta diventando sempre di più un driver di scelta nell’acquisto del vino, con un’importanza pari quasi a quella del prezzo, della varietà e dell’origine. Questo fattore influenza soprattutto quel segmento di bevitori non appassionati o esperti che compra il vino al supermercato, responsabile della maggior parte dei volumi del settore. Si sta facendo largo anche una nuova categoria di consumatori detta LOHAS (Lifestyle of health and sustainability), persone che pongono molta attenzione a uno stile di vita sano e sostenibile, che si sentono in dovere di fare scelte etiche, che proteggano l’ambiente e migliorino la salute propria e degli altri. Specie nelle nuove generazioni l’attenzione alla salute, alla tutela dell’ambiente, e il concetto di moderazione nell’assunzione di alcol è particolarmente sentito, a testimonianza che il percorso verso una certificazione di sostenibilità intrapreso da mondo produttivo italiano è necessario e profittevole”.

Un percorso, quello verso la sostenibilità,  che ora può contare finalmente su un standard unico nazionale a cui uniformarsi e che si spera possa avere a disposizione,  prima della prossima campagna produttiva,  un marchio distintivo per rendere immediatamente decifrabile agli occhi del consumatore l’impegno green delle aziende del comparto.

“Il grosso del lavoro è stato rivolto all’unificazione delle regole tecniche per la certificazione – ha commentato Giuseppe Blasi Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale al Mipaaf – . Il lavoro più complesso è stato proprio quello di armonizzare i vari sistemi di certificazione esistenti sia pubblici sia privati. Un lavoro che ci ha visto impegnati da oltre due anni e che una volta completato ci ha permesso di arrivare al decreto formalizzato pochi giorni fa.  Contiamo di approvare il disciplinare unitario della sostenibilità entro la pausa estiva, ma questo non va considerato un punto di arrivo ma di partenza perché una volta definite le regole, vanno inserite nei sistemi di programmazione e incentivazione che abbiamo a disposizione. Alcune importanti regioni nel panorama vitivinicolo stanno già inserendo la metodologia della certificazione unitaria tra i sistemi incentivanti degli attuali programmi di sviluppo rurale, modificando in tal senso i loro Psr elaborati in continuità con la vecchia programmazione. Il grande salto di qualità da questo punto di vista sarà fatto con il piano strategico nazionale”.

La mattinata è stata anche l’occasione per fare il punto sull’accordo recentemente raggiunto in sede di negoziati sulla Pac. “Quello che abbiamo oggi sul tavolo è frutta di una mediazione positiva   ha commentato l’on Paolo de Castro –  che ci ha permesso di raggiungere molti obiettivi anche per il settore vitivinicolo.

Quasi tutte le richieste dagli stakeholder sono state portate a casa. Non ultimo il tema delicatissimo dell’etichettatura nutrizionale, che oggi il vino ha anticipato, prevedendo, con questa riforma, l’indicazione delle calorie sulle bottiglie ed eventualmente altre indicazioni attraverso i codici QR. La riforma della Pac ha trovato un punto di equilibrio tra tre dimensioni: quella ambientale, quella economica e quella sociale. Lotta ai cambiamenti climatici, maggiore attenzione alle pratiche agroecologiche, ma contemporaneamente anche tanti strumenti economici che servono alle imprese, per essere più forti e competitive. Cito in particolare gli strumenti di gestione del rischio, una battaglia tutta italiana con la possibilità concessa agli Stati membri di utilizzare il 3% del primo pliastro per rafforzare i sistemi assicurativi e i fondi mutualistici, gli strumenti di gestione delle crisi, gli strumenti di organizzazione e gestione dell’offerta estesi a tutti i comparti compreso il vitivinicolo, oltre all’estensione fino al 2045 del sistema di autorizzazioni per gli impianti vitivinicoli”.

“La più grande sfida che abbiamo davanti adesso – ha dichiarato in conclusione il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli  –  è quella di evitare l’omologazione delle produzioni agroalimentari che a livello globale sta invece diventando un tema discussione. Questo rappresenta per le nostre produzioni un grande problema ed è assolutamente da scongiurare. Da domani può già diventare un fattore di crisi, con prodotti allo stesso prezzo e con le stesse caratteristiche. Dobbiamo allora mettere in campo strumenti che difendano la distintività delle nostre produzioni, questo è l’obiettivo principale.

Abbiamo tentato di farlo con la Pac, cercando di far comprendere che gli strumenti della nuova politica comune dovevano contenere la flessibilità per poter attuare i percorsi e raggiungere gli obiettivi. La nostra agricoltura è diversa da quella di altri paesi ed ha bisogno di regole diverse ovviamente. Sono soddisfatto dall’accordo politico – ha chiosato il Ministro – ma il rammarico è che la semplificazione e la sburocratizzazione non hanno avuto così rilievo. Si poteva fare di più”.

All’evento, moderato da Luciano Ferraro caporedattore del Corriere della sera, hanno preso parte  inoltre  Roberto Berutti del Gabinetto J.Wojciechowski Commissario all’Agricoltura della Ue,  Sandra Gallina,  Direttore Generale DG Sante – Commissione Europea, l’ On. Herbert Dorfmann e l’On Pina Picierno  del Parlamento europeo, Pierluigi Stefanini -Presidente ASVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il Prof. Angelo Riccaboni – Presidente Santa Chiara Lab, Università di Siena, le cantine Argiolas, Settesoli, Firriato, Frescobaldi e Schenk Italia che hanno raccontato la loro esperienza sulla Sostenibilità, e  naturalmente il Presidente UIV Ernesto Abbona e il Segretario Generale UIV Paolo Castelletti.

LEGGI ANCHE

Vino. Berutti (Commissione EU): Verso proroga di un anno autorizzazioni impianto

 

 

 

 

 

Informazione pubblicitaria