Crisi nera per l’oro rosso, Cia Capitanata: “Il caldo brucia le piante di pomodoro”

FOGGIA – Crisi nera per l’oro rosso di Capitanata. La campagna del pomodoro, in provincia di Foggia, registra un arretramento nelle quantità prodotte e raccolte. A rilevarlo con preoccupazione è la declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.

“Sulla resa quantitativa stanno incidendo in maniera pesante tre eventi climatici estremi: le gelate di aprile hanno inciso sui primi trapianti; poi sono arrivate le alluvioni e le grandinate che colpirono il Foggiano lo scorso 16 e 17 luglio, infine la siccità degli ultimi tre mesi”, ha spiegato Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata.

“Con alluvioni e grandinate, infatti, molte piante e pomodori in fase di crescita sono stati irrimediabilmente danneggiati”, ha aggiunto Ferrandino. “Le altissime temperature dell’ultima decade di luglio, invece, assieme a una mancanza di normali precipitazioni durante gli ultimi tre mesi, hanno fatto collassare migliaia di piante. Con la tropicalizzazione del clima, insomma, di acqua ce n’è o troppa o per niente. Questo crea un vero e proprio shock termico e idrico, capace di causare la distruzione delle piante o un danno che pregiudica una buona parte del raccolto”.

“Ai fattori climatici, inoltre, si aggiunge quello logistico-occupazionale”, ha dichiarato Nicola Cantatore, direttore di CIA Capitanata, “poiché quest’anno c’è una carenza di autotrasportatori: il numero dei tir in circolazione è insufficiente, spesso questo determina che interi raccolti o una parte di essi restino a rinsecchirsi e bruciare al sole nei campi, con danni enormi per i produttori”.

La mancanza di autotrasportatori è dovuta a una serie di fattori convergenti: da una parte, chi è percettore di reddito di cittadinanza preferisce restare a casa, dall’altra le regole più stringenti su orari e cicli al volante hanno portato a centinaia di sanzioni, in molti casi alla sospensione e al ritiro della patente. Oggi la questione sarà al centro di un incontro con tutte le componenti dell’Organizzazione interprofessionale del Pomodoro.

Una situazione estremamente preoccupante, dunque, sulla quale, secondo CIA Capitanata, è necessario si intervenga per aiutare i produttori in difficoltà e determinare, almeno per ciò che riguarda la mancanza di autotrasportatori, una inversione di tendenza tale da mettere al riparo tutta la seconda parte della campagna di pomodori.

In ogni caso, sarà molto difficile che si raggiungano le quantità del 2020, nonostante quest’anno il centrosud, complessivamente, abbia fatto registrare un aumento del 14% delle superfici coltivate a pomodoro, col dato assoluto che si attesta a 32.540 ettari.

In Puglia, con la provincia di Foggia a farla da padrona, lo scorso anno furono coltivati a pomodoro 17.170 ettari, per una produzione totale raccolta pari a 14.782.950 quintali. Da sola, la nostra regione rappresenta oltre il 50% della superficie coltivata a pomodoro in tutto il Sud e circa il 70% del raccolto di tutto il Mezzogiorno.

In provincia di Foggia, zona di massima produzione in Italia, la situazione è diversificata rispetto alle rese: si va dagli 800 ai 1200 quintali raccolti per ogni ettaro.

In Italia, la campagna di produzione dell’estate 2020 si chiuse con un incremento (+8% rispetto al 2019) dei quantitativi conferiti all’industria conserviera nazionale. Nel 2020 furono conferiti all’industria circa 5,16 milioni di tonnellate di pomodoro fresco.

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