In Afghanistan 7 milioni di agricoltori anche a rischio siccità

FAO - An Afghan farmer harvests his wheat in the Kuz Kunar district of Nangarhar, Afghanistan

ROMA – L’Afghanistan è colpito anche da una sempre maggiore siccità che minaccia i mezzi di sussistenza di oltre 7 milioni di persone che vivono di agricoltura e allevamento. Molte di queste persone fanno già parte dei 14 milioni di afghani (uno su tre), colpiti da insicurezza alimentare acuta, che necessitano di aiuti umanitari urgenti.

A dirlo è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) che invoca un aumento graduale degli aiuti umanitari.

Le conseguenze combinate della grave siccità, degli effetti economici causati dalla pandemia da Covid e dei fatti delle ultime settimane con evacuazioni e sfollamenti, hanno colpito duramente le comunità rurali del paese, in particolare agricoltori e pastori, che sono la spina dorsale dell’economia nazionale.

Come spiega Fao, pastori e allevatori afghani necessitano di supporto urgente per contrastare le conseguenze della siccità anche nella prossima stagione invernale. Le stime indicano tre milioni di capi a rischio, patrimonio zootecnico da proteggere in tutto il paese e un’alta percentuale di allevatori e pastori marginali che in mancanza di aiuti, potrebbero ritrovarsi costretti a vendere i loro animali, stretti dall’aumento di prezzo di foraggi/mangimi, e ad abbandonare le loro terre.

Anche lo scenario a lungo termine si prospetta molto problematico. Gli agricoltori e i pastori colpiti dalla siccità hanno bisogno, in genere, per recuperare totalmente, dai tre ai cinque anni e un’altra crisi legata al frumento li colpirà molto duramente. A tal riguardo, in vista dell’ormai imminente semina del frumento autunnale, Fao intende aiutare 250 mila famiglie vulnerabili di agricoltori (circa 1,5 milioni di persone). La semina inizia a fine settembre e si protrae fino a ottobre in molte aree. Tuttavia, con i fondi attualmente disponibili si potranno aiutare solo 110.000 famiglie. Mancano 18 milioni di dollari per finanziare il Piano di Emergenza contro la siccità in Afghanistan.

A causa della grave siccità, è previsto attualmente un raccolto inferiore del 20% a quello del 2020 e inferiore del 15% alla media dei raccolti. Pertanto, il periodo di semina del frumento autunnale sarà cruciale per evitare un ulteriore aggravamento della sicurezza alimentare nazionale, nonché per proteggere i mezzi di sussistenza agricoli, che sono la struttura portante per milioni di persone nel paese.

Rispetto all’anno scorso, si conta già un aumento di circa il 28% (equivalente a 3,6 milioni di tonnellate) del grande fabbisogno di cereali dell’Afghanistan (essenzialmente frumento e farina). Si teme anche che il sistema statale tradizionale di distribuzione delle sementi possa gravemente risentire dei recenti avvenimenti; questo andrebbe a esercitare ulteriori gravissime pressioni sugli agricoltori afghani, già duramente colpiti.

“La finestra di opportunità per dare questo aiuto si chiuderà presto. Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi – afferma Richard Trenchard, rappresentante Fao in Afghanistan-. Se gli agricoltori non riceveranno entro la fine di settembre o l’inizio di ottobre le sementi di cui hanno urgentemente bisogno, il periodo di semina del frumento autunnale non sarà rispettato, con conseguenze disastrose per milioni di afghani, sia agricoltori che consumatori. La Fao e i suoi partner stanno già sostenendo milioni di persone che vivono nelle zone rurali. Ma occorre fare molto di più” precisa Trenchard.

“Gli agricoltori e gli allevatori non devono essere dimenticati nell’attuale crisi umanitaria -afferma QU Dongyu, Direttore Generale Fao-. Questa situazione minaccia di aggravare ancor più l’insicurezza alimentare e rappresenta un’ulteriore minaccia alla stabilità dell’Afghanistan”.

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