G20 agricoltura, Agivi: è sempre più green la nuova generazione del vino. Sostenibilità driver di scelta per millennials enoturisti

FIRENZE – “I giovani pensano, progettano e lavorano in chiave green. Dalla vigna alla cantina, passando dalla scelta del packaging a quella dei trasporti fino ai servizi offerti in azienda, sono sempre di più le iniziative delle nuove generazioni sviluppate in ottica sostenibile con azioni specifiche e mirate al raggiungimento di obiettivi quanto più rispettosi dell’ambiente”.

Lo ha detto Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente di Agivi – l’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani under 40 di Unione Italiana vini –, intervenuta ieri al convegno su “La nuova generazione del vino e sostenibilità – next generation” (Firenze, Sala d’Arme di Palazzo Vecchio) organizzato dalla stessa associazione in occasione della settimana di eventi che precede il che precede il G20 Agricoltura (Firenze, 17-18 settembre).

L’appuntamento, inserito all’interno della rassegna “Territori, cultura e arte del vino a Palazzo Vecchio” coordinata dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino in collaborazione con il Comune di Firenze, ha messo a fuoco risorse e potenzialità del trinomio giovani, vino e propensione green. “Per i giovani – ha proseguito la presidente – la sostenibilità riveste ora un ruolo predominante in tutte le attività svolte, un driver fondamentale per promuovere al meglio le eccellenze vinicole italiane. Secondo un sondaggio che abbiamo realizzato tra i nostri soci, il 94% dei giovani imprenditori vinicoli ritiene che la sostenibilità possa rappresentare un fattore decisivo per la competitività, e quasi 7 intervistati su 10 scelgono i fornitori in base alla sostenibilità delle loro proposte. Abbiamo rilevato che l’83% delle aziende hanno progetti o piani sul tema della sostenibilità, già ultimati o in corso di realizzazione in 8 casi su 10”.

“La sostenibilità rappresenta un importante driver di scelta soprattutto per le nuove generazioni che, in viaggio, tendono a adottare comportamenti consoni evitando sprechi di cibo e rispettando l’ambiente – ha spiegato Roberta Garibaldi, professore universitario e autore del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano –. I turisti Millennials, inoltre, sono pienamente consci di cosa significa turismo sostenibile nelle sue differenti sfaccettature ambientale, sociale ed economica: il 77% ritiene non solo che sia una pratica rispettosa dell’ambiente, ma anche che possa contribuire a salvaguardare le usanze della comunità visitata, e rappresentano il 74% i giovani che credono che possa essere fonte di occupazione e reddito nei territori interessati. I Millennials si dimostrano quindi particolarmente attenti al sociale: sono più propensi a visitare un’azienda se adotta politiche etiche nella gestione (70%) o ha in essere progetti di aiuto verso le categorie svantaggiate (70%). Infine, dichiarano che sceglierebbero più volentieri tour che diano l’opportunità di visitare negozi o siti produttivi condotti da persone che hanno affrontato o stanno affrontando situazioni di disagio economico-sociale (63%)”.

“Innovazione, giovani e ambiente sono gli elementi cardine della transizione ecologica che sta interessando anche il mondo del vino – ha detto l’assessore all’Ambiente, agricoltura urbana e turismo del Comune di Firenze, Cecilia Del Re -. Un modo sostenibile di approcciarsi a un settore economico che non è solo produzione e commercializzazione, ma innanzitutto un modo di relazionarsi al territorio e di valorizzare il paesaggio. È da questo percorso che sta arrivando una spinta verso un modello di impresa e di futuro più consapevole e rispettoso del territorio e al turismo agroalimentare ad esso legato, inteso come motore di sviluppo e sostegno a un comparto agricolo strategico per la nostra economia metropolitana e per il nostro paesaggio. Valorizzare un territorio più ampio risponde agli obiettivi che ci siamo posti nell’ottica di un miglior governo dei flussi e di una narrazione allargata dell’area metropolitana, che dalla città d’arte porta a immergersi nelle colline più belle al mondo, come riconosciuto anche dall’Unesco”.

Per Claudia del Duca, rappresentante dell’Associazione nazionale Le Donne del Vino: “La nostra associazione porta avanti una visione sempre più legata alla sostenibilità sia in cantina che intorno alla filiera. Le nuove generazioni di giovani donne stanno trasformando le proprie aziende in strutture sempre più attente alla salvaguardia dell’ambiente”. In questa direzione anche l’intervento di Emanuela Tamburini, presidente del Movimento turismo del vino Toscana: “Ogni anno in Toscana riceviamo migliaia di enoturisti, ma è grazie a iniziative nuove e sempre più mirate che riusciamo non solo a consolidare ma anche a far crescere questi numeri, con particolare attenzione a un target di riferimento sempre più giovane. Con Vigneti aperti, un evento nato durante la pandemia sfruttando gli spazi aperti delle nostre cantine, abbiamo avuto modo di raccontare ai millennials il concetto di sostenibilità attraverso un’esperienza in vigna e a contatto con la natura. Un appuntamento che ha avuto anche un forte impatto a livello di comunicazione e di ritorno in termini di presenze”.

Sul fronte dell’Horeca, il sommelier dell’Enoteca Pinchiorri e wineteller Davide d’Alterio ha commentato: “L’ospite della ristorazione moderna, sempre più giovane, è particolarmente interessato ai dettagli e alle storie dei vini. Il sommelier gioca così un ruolo importante nella promozione delle aziende vinicole che lavorano in modo sostenibile dato che svolge il primo passo nella comunicazione tra chi la sostenibilità la fa e chi la sostiene”. Spazio anche al ruolo della comunicazione social nella riflessione del wine blogger e divulgatore enologico con canale instagram @italian.wines, Stefano Quaglierini: “Le potenzialità della sostenibilità si ampliano nell’ambito social, un’opportunità da cogliere per raccontarsi nel modo migliore”, ha commentato il wineinfluencer.

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