Origin Italia, vino Prosek croato e Aceto Balsamico sloveno preoccupano le denominazioni italiane

ROMA – «A partire dal recente caso Prosek, è necessaria una politica più attenta ai problemi reali delle filiere, un simbolo del Made in Italy che vale oltre il 25% dell’export agroalimentare italiano.

Origin Italia chiede all’Europa una politica che tuteli e che promuova le Indicazioni Geografiche, mentre si assiste ad una diminuzione progressiva delle risorse sulla promozione e alla minaccia Nutriscore, una modalità semplicistica di classificare gli alimenti che va ad avvantaggiare solo le grandi industrie del Nord Europa».

A sottolinearlo è il presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi – in seguito al riconoscimento della Commissione UE della denominazione Prosek per un vino croato- che da tempo chiede un maggior impegno e coordinamento della politica italiana a Bruxelles per difendere i nostri prodotti DOP IGP.

Il via libera della Commissione UE alla pubblicazione della richiesta croata di riconoscimento della denominazione di un vino Prosek (richiesta considerata “conforme ai requisiti di ammissibilità e validità”) e la notifica da parte della Slovenia di una legge secondo cui qualsiasi aceto di vino con l’aggiunta di mosto concentrato potrà essere venduto come “aceto balsamico” – ha evidenziato Baldrighi – preoccupano il mondo delle Indicazioni Geografiche e sono in profondo contrasto con le ultime prese di posizione assunta dalla Corte di Giustizia a protezione dei prodotti a Indicazione Geografica.

Ma non si tratta degli unici casi del genere, ricorda Origin Italia. Da anni i Consorzi di Tutela devono combattere in tutto il mondo da soli le usurpazioni e le imitazioni, soprattutto quelle del settore lattiero-caseario italiani, come il Parmigiano Reggiano in versione “Parmesan”, il Gorgonzola, il Grana Padano, la Fontina e la Burrata, solo per citare alcuni esempi.

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