Pomodoro di Pachino IGP: riutilizzo degli scarti della filiera produttiva sulla strada della sostenibilità

PACHINO (SR) – Il riutilizzo degli scarti della filiera produttiva e la sostenibilità della produzione del Pomodoro di Pachino IGP. Se ne è parlato a Portopalo di Capo Passero (Siracusa), il workshop dal titolo Le proprietà nutraceutiche della IGP Pomodoro di Pachino, organizzato dal Consorzio di Tutela – e in parte finanziato grazie al sostegno del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – con il coinvolgimento di numerosi ricercatori e addetti ai lavori.

“Siamo molto orgogliosi di aver contribuito con questo evento a fare il punto sugli aspetti
regolatori e sui benefici della nostra IGP – ha dichiarato il Presidente del Consorzio
Sebastiano Fortunato – Un intenso pomeriggio di lavoro che ci ha permesso di trattare
e analizzare un tema molto importante in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare.
Due principi fondamentali, e ormai imprescindibili, per prevenire la produzione di rifiuti
e massimizzarne il recupero, il riutilizzo e il riciclo. Un sentito ringraziamento va alla
squadra di professionisti che collaborano con il Consorzio, che ha consentito l’ottima
riuscita dell’appuntamento, oltre che ai relatori presenti, molti dei quali provenienti dal
pool di studiosi dell’Università di Catania”.

Al tavolo dei relatori anche il Responsabile Progettazione del Consorzio Salvatore
Francavilla, che ha precisato: “Sono tante le strategie messe in atto dal nostro ente
di tutela con lo scopo di incrementare la sostenibilità delle produzioni del Pomodoro di
Pachino, ci troviamo di fronte all’opportunità di un adeguamento della configurazione
della filiera dal punto di vista tecnico, agronomico e organizzativo”.

Primo a intervenire tra gli Ordinari dell’Università di Università di Catania – con cui l’ente
di tutela ha recentemente avviato un’importante collaborazione – è stato il Prof. Rosario
Pignatello, Direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute, che ha
spiegato come sia difficile trovare dei prodotti IGP che guardino al futuro e non al passato: “Il pomodoro di Pachino cerca di intercettare le grandi tendenze del momento nonostante sia già considerato un’eccellenza”.

A fargli eco con un’analisi tecnica anche il Prof. Cherubino Leonardi, Ordinario di
Orticoltura
del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università
di Catania, mentre il Prof. Fabio Galvano -
Ordinario di Alimentazione e Nutrizione
Umana
presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università
di Catania – ha approfondito aspetti legati alle proprietà nutrizionali del Pomodoro di
Pachino: “La valorizzazione del conosciuto pomodoro – ha spiegato – non può
prescindere dall’identificazione di differenziali di qualità nutrizionale, che conferiscono
un valore aggiunto rispetto al prodotto standard”.

A seguire la Prof.ssa Valeria Sorrenti, Associato di Biochimica
e Direttore del
Dipartimento di Scienze del farmaco e della Salute dell’Università di Catania,
ha invece analizzato le attività benefiche dei composti bioattivi presenti nel pomodoro. “La trasformazione dei pomodori porta a maggiori indici di biodisponibilità di
licopene – ha commentato la Professoressa nell’ambito del suo intervento – In
un’economia circolare è quindi di particolare rilievo la valutazione di un recupero di
nutrienti e di molecole bioattive ottenuti da scarti delle filiere produttive, risorse per lo
sviluppo di prodotti funzionali, da impiegare in vari settori produttivi, incluso quello della
nutraceutica”.

Come generare nuovo reddito dagli scarti della lavorazione del Pomodoro di Pachino è
invece stato il focus a cura di Paolo Rapisarda, Dirigente di Ricerca CREA, che ha
specificato come la rigorosa selezione dei frutti generi uno scarto utilizzabile per la
produzione di pasta, succo, salsa, purea e ketchup o altri derivati. “Occorre introdurre
un nuovo segmento – ha puntualizzato Rapisarda – che preveda un uso razionale dei
sottoprodotti da indirizzare all’industria alimentare cosmetica e farmaceutica, oltre che
all’industria mangimistica, così come se ne possono prevedere anche applicazioni
energetiche, tra cui la digestione anaerobica per la produzione di metano”.

Il pomeriggio di lavori, moderato dalla giornalista e scrittrice esperta di nutrizione Manuela Soressi, è poi proseguito con l’intervento a cura di Tiziana Pecora – specialista in Farmacologia ed esperta in Discipline Regolatorie – che ha fatto il punto sugli alimenti nutraceutici, funzionali e sugli integratori alimentari.

Sebastiano Barone – Tecnico del Consorzio di Tutela – ha invece approfondito
le nuove frontiere per il Consorzio IGP Pomodoro di Pachino: dalla certificazione con
il sistema SQNPI – che prevede l’adesione al Disciplinare di produzione integrata della
Regione Sicilia – all’applicazione della Carbonfoot Print, fino alla tecnologia
Blockchain.

Particolare interesse ha destato l’utilizzo del bombus terrestris liberato in serra per favorire l’impollinazione dei fiori e il divieto di effettuare coltivazioni fuori suolo, tecniche già previste nel disciplinare attualmente in uso, redatto più di vent’anni fa, a dimostrazione della sensibilità da sempre avuta nei confronti della sostenibilità.

“Per rafforzare la reputazione della IGP stiamo mettendo in atto non solo la completa tracciabilità del nostro sistema produttivo attraverso la Blockchain, ma anche i principi
della sostenibilità attraverso un percorso di certificazione, la Carbonfoot Print – ha
concluso il tecnico – Percorso facilitato dal basso impatto energetico e da una forte
riduzione di CO2 degli apprestamenti serricoli dove viene prodotto il “nostro”
Pomodoro”.

A concludere il workshop è stato il Direttore del Consorzio Salvatore Chiaramida,
specificando come l’ente di tutela voglia inserire nel disciplinare di produzione sempre
maggiori specifiche sulla sostenibilità, aspetto che ai consumatori interessa in particolar
modo.

Il Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino IGP è un ente senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole pensato per valorizzare e tutelare la reputazione e il mercato dell’autentico pomodoro di Pachino e difenderlo dai tentativi di contraffazione commerciale, per mezzo di adeguate azioni legali, su scala nazionale e oltre. 

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