Farm to Fork, nessun agricoltore dovrà restare indietro. De Castro fa il punto sulle politiche agricole comunitarie a EIMA

BOLOGNA – “Per ora siamo nel campo di una visione del futuro. Saranno i provvedimenti legislativi successivi a dover rispondere ad alcune domande fondamentali. Abbiamo l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale ma dobbiamo decidere come. E dobbiamo sviluppare la genetica non Ogm. Ci vogliono innovazione e tecnologie, tecniche di evoluzione assistita. Ma tutto questo deve avvenire senza lasciare indietro nessuno. E senza diminuire la produzione agricola con un aumento delle importazioni”.

Così Paolo De Castro, primo vice presidente a Bruxelles della commissione Agricoltura e sviluppo rurale della UE, parlamentare europeo e ordinario all’Università di Bologna. De Castro è stato ospite di EIMA, il salone internazionale delle macchine agricole in corso nei padiglioni di BolognaFiere, per un incontro pubblico con Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, associazione di settore che organizza la manifestazione emiliana.

L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sul programma comunitario Farm to Fork, il piano strategico dell’Unione Europea per la crescita sostenibile dell’agricoltura, e sulla nuova Pac, Politica agricola comunitaria. Secondo De Castro per affrontare la transizione green prevista “servono tempo e risorse, dobbiamo attendere che le nuove tecnologie che ci permetteranno di realizzare il piano siano a disposizione degli agricoltori: gli atti legislativi che seguiranno dovranno tenere conto di questo”.

Nel corso dell’incontro, su sollecitazione di Malavolti, parlando della Pac De Castro ha ricordato che porterà all’Italia, nei prossimi sette anni, 50 dei 360 miliardi di risorse comunitarie stanziate. E che la riforma si sviluppa su tre dimensioni – economica, ambientale e sociale – vincolanti per ottenere i finanziamenti.

“La nuova Pac – ha spiegato De Castro – è caratterizzata da una flessibilità che permette di dare risposte calibrate sulle tante differenze che ci sono ancora nel sistema agricolo europeo e che non hanno più senso: la nuova politica ci aiuterà a superarle”. Molti gli spunti di riflessione arrivati da Malavolti, a partire dal paradosso in base al quale la superficie agricola italiana è costituita per il 75% da coltivazioni a campo aperto e per il 25% da agricoltura specializzata, che però genera il 52% del valore aggiunto prodotto dal settore. Malavolti ha anche segnalato il problema del forte rincaro della materia prima. De Castro a sua volta ha fatto presente che con il divorzio del Regno Unito dalla UE “il Sud Europa avrà sempre più peso nella commissione Agricoltura”. Quanto ai rincari della materia prima, ha rilevato che “l’economia sta attraversando una fase di surriscaldamento che fa schizzare i prezzi. Ma parliamo di un periodo temporaneo”.

Informazione pubblicitaria