Quote latte: Copagri, sentenza Corte Giustizia Eruopea chiude vicenda

ROMA – “Alla luce dei recenti sviluppi della triste vicenda legata alle quote latte, torniamo a chiedere al Governo di impegnarsi attivamente nell’immediato per definire e concordare una soluzione politica con l’Unione Europea che possa mettere fine a una situazione che ha penalizzato duramente per anni moltissimi produttori del nostro Paese”.

Lo rimarca il presidente della Copagri Franco Verrascina alla luce dell’odierna sentenza sul tema della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

“Con il pronunciamento di oggi, che si riferisce ai prelievi dell’annata 2006-07 e che fa seguito alle sentenze del medesimo tenore arrivate a giugno e a settembre 2019, dovrebbe finalmente chiudersi l’annosa questione delle quote latte, visto che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle”, continua Verrascina.

“Ricordiamo, infatti, che sono diverse migliaia gli allevatori italiani che, oltre a essere stretti nella morsa tra i continui rincari dei costi di produzione e i prezzi del latte alla stalla non remunerativi, combattono da oltre vent’anni in quanto hanno pagato e stanno continuando a pagare multe, poiché accusati di aver sforato le quote di produzione del latte assegnate al nostro Paese dall’Unione Europea”, spiega il presidente.

“Davanti a sentenze come quella odierna della Corte di Giustizia dell’UE appare del tutto evidente come il nodo della questione sia di taglio politico; per questo sollecitiamo il Governo affinché si attivi per affrontare le numerose problematiche legate alle diverse categorie di allevatori che a diverso titolo hanno subito le ripercussioni di una vicenda che ha portato al fallimento moltissime aziende italiane”, prosegue Verrascina.

“A chiederlo sono tutti quegli allevatori alle prese con i ricorsi, che sono tuttora perseguitati dal fisco, che non si è fermato nemmeno a Natale, nonché quelli che hanno già pagato le multe arrivate da Bruxelles e coloro i quali hanno invece ritenuto più opportuno l’acquisto, a caro prezzo, di determinate quantità di quote di produzione; tali allevatori hanno subito l’ulteriore penalizzazione dell’esclusione da tutti i premi nazionali e comunitari”, conclude il presidente.

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